La presa in giro della Lega sulle pensioni: promette la Quota 41 ma intanto inasprisce le regole d’uscita

Il sottosegretario leghista, Claudio Durigon, promette l'arrivo della Quota 41, ma intanto la manovra introduce una stretta sulle pensioni.

La presa in giro della Lega sulle pensioni: promette la Quota 41 ma intanto inasprisce le regole d’uscita

Come se nulla fosse. Come se la manovra non inasprisse le regole di accesso alle pensioni, cancellando quasi del tutto la flessibilità in uscita e ritornando sempre più vicini a una piena applicazione della legge Fornero. La Lega, attraverso il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, rilancia la Quota 41 garantendo che arriverà entro la fine della legislatura.

Ma, intanto, ciò che fa nella realtà è semplicemente un’ulteriore stretta sull’anticipo pensionistico. Intervistato dal Corriere della Sera, Durigon afferma che la legge Fornero “è erosa, in via di superamento” e che, “come la Lega ha promesso, entro la legislatura” arriverà “la realizzazione di Quota 41”. 

Durigon e la Lega continuano a promettere sulle pensioni, ma fanno il contrario

Durigon sa bene che, per il momento, il governo e la Lega stanno facendo l’esatto opposto in tema di pensioni, inasprendo le regole per la flessibilità in uscita. Questa manovra, infatti, “non sarà quella della riforma pensionistica che noi vorremmo”, ammette il sottosegretario. Ma, a suo giudizio, è “certamente quella che crea il percorso per arrivarci”. Nonostante i fatti dicano l’esatto opposto, con la Quota 103 (già fallimentare nel 2023) che è stata confermata con importanti penalizzazioni e la stretta anche su Opzione Donna e Ape social.

La revisione della pensione dei medici

Durigon parla anche di un’altra stretta introdotta dalla manovra, quella sul taglio degli assegni per alcuni dipendenti pubblici, tra cui i medici, che rischiano un netto decremento dell’importo in caso di pensionamento dal 2024.

Secondo il sottosegretario leghista “c’è stata un’incongruità, che peraltro rischia di essere incostituzionale”. Ora il governo “sta lavorando perché questa norma venga espunta dalla manovra. Tra l’altro, il rischio lo corriamo nella sanità ma anche negli enti locali: rischiamo l’uscita repentina del personale che sta gestendo, per dire, le pratiche del Pnrr”.

Sul tema arrivano rassicurazioni anche dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, che spiega a SkyTg24 che c’è “l’intenzione e l’interesse a cercare di rivedere la norma” sulla penalizzazione per i medici. Una modifica alla misura che riguarderebbe non solo i medici “ma anche altri dipendenti del settore pubblico”.