La propaganda russa dilaga sui social in Italia: i Bot rilanciano la “pista ucraina” sull’attentato a Mosca

Sui social italiani dilaga la propaganda russa: diversi Bot (profili falsi) rilanciano la tesi della pista ucraina sull'attentato di Mosca.

La propaganda russa dilaga sui social in Italia: i Bot rilanciano la “pista ucraina” sull’attentato a Mosca

La propaganda sui social non manca mai. Neanche dopo l’attentato di Mosca in cui hanno perso la vita più di 100 persone. Nonostante la rivendicazione – con diverse prove – dell’Isis, il presidente russo, Vladimir Putin, continua a tentare di far credere che ci sia dietro un coinvolgimento diretto dell’Ucraina nell’attacco di venerdì sera. E con lui sembra voler fare lo stesso anche qualcuno in Italia. In particolare dei bot.

Parliamo di profili, falsi, che su X (l’ex Twitter) hanno iniziato a pubblicare post poche ore dopo l’attentato. Centinaia di utenti che rilanciano la “pista ucraina” e cercano di far ricadere la responsabilità dell’attentato sul governo di Kiev. Anzi, per dirla con le loro parole, sul “regime” ucraino. 

I profili fake e la propaganda anti-ucraina: i bot filo-russi su X

Come ricostruisce la Repubblica, sono tantissimi i profili che rilanciano le false notizie sulla pista ucraina. Ma hanno tutti alcune cose in comune. Innanzitutto sono stati creati a metà marzo e nella bio hanno un hashtag che richiama le criptovalute. Quasi tutti i post linkano un articolo de Il Corrispondente, un sito che rilancia spesso la propaganda di Mosca. 

Fu, per esempio, il primo a scrivere del cadavere dell’uomo ucciso in Spagna, svelando che si trattava di un pilota russo disertore che si era consegnato agli ucraini. L’articolo linkato è titolato “Il terrore torna a Mosca”. Sul titolo niente da rilevare, ma nel testo si sottolinea come il “regime di Kiev” sia “direttamente responsabile” dell’attentato. Accusando l’Ucraina di essere un centro “per il reclutamento e l’addestramento delle cellule terroristiche”. E così su X la propaganda russa si diffonde, anche di fronte alle evidenze mostrate dall’Isis dopo aver rivendicato la responsabilità dell’attentato.