“Un massiccio investimento pubblico teso a ricreare, con nuovo personale di elevata competenza tecnica e un deciso rilancio delle tecnologie informatiche, quell’amministrazione di qualità che si è perduta negli ultimi vent’anni”. È la proposta per la ripartenza economica lanciata dall’Autorità nazionale anticorruzione, in una lettera aperta pubblicata sul sito a firma del presidente Francesco Merloni (nella foto). “Diecimila ingegneri assegnati, con procedure rapide, – scrive ancora il numero uno dell’Anac nella lettera – un numero ristretto di stazioni appaltanti e presidi territorialmente distribuiti per la dotazione informatica delle amministrazioni rappresenterebbero una buona risposta per una ripresa effettiva e duratura del Paese”. Ad avviso dell’Autorità la soluzione non verrà con l’adozione di “soluzioni emergenziali” e “commissari dotati di ampi poteri derogatori per la realizzazione delle opere strategiche (il ‘modello Genova’ esteso se non a tutte le opere, a quelle ‘strategiche’)”. Né è ipotizzabile, come pure da alcune parti è stato suggerito, “sopprimere tutto: codice degli appalti, gare europee, controlli paesaggistici, certificati Antimafia, vigilanza Anac”. Infatti “l’idea che concorrenza ed efficienza non vadano d’accordo con la prevenzione della corruzione è una pura petizione di principio, smentita dai fatti”. Coniugare rispetto della legalità e celerità è possibile e doveroso, soprattutto in un settore, come quello degli appalti, in cui “si registra la larga maggioranza dei fatti corruttivi che avvengono ogni anno in Italia”.
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