“La Russia può colpire tutta l’Europa”: Rutte spinge Nato e Ue verso la guerra con Putin

“La Russia può colpire tutta l’Europa”. Rutte spinge l’Ue verso la guerra con Mosca e scatena l'ira di Putin

“La Russia può colpire tutta l’Europa”: Rutte spinge Nato e Ue verso la guerra con Putin

Passano i giorni ma non sembrano arrestarsi i sorvoli di droni ignoti sui cieli d’Europa, che continuano a creare tensioni, accuse e controaccuse tra Unione europea e Russia. Una situazione che rischia di sfuggire di mano, come ha fatto notare l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, secondo cui “le recenti segnalazioni di droni militari, probabilmente russi, avvistati nei Paesi confinanti con l’Ucraina sottolineano i pericoli che questa guerra rappresenta per la regione e non solo”.

Il diplomatico, intervenendo al Consiglio ONU dei Diritti Umani a Ginevra, in Svizzera, ha poi sottolineato come il conflitto “sia entrato in una fase ancora più pericolosa e mortale per i civili ucraini” ed “ogni giorno, con il protrarsi della violenza, aumentino i rischi di escalation ed espansione”.

A preoccupare Türk sono soprattutto “gli intensi attacchi lungo la linea del fronte e i massicci raid aerei, in gran parte in aree popolate”, che hanno causato “danni incalcolabili ai civili ucraini, con un numero totale di vittime che nei primi otto mesi dell’anno ha segnato un aumento del 40% rispetto al 2024”. Proprio per questo l’Alto Commissario Onu ha ribadito la richiesta di “fare tutto il possibile per mettere fine alla guerra in Ucraina”.

Droni e sospetti

Un auspicio più che comprensibile ma che, allo stato attuale, sembra a dir poco irrealizzabile per via del perdurante stallo diplomatico. Quest’ultimo è dovuto al fatto che le parti, sia l’Ucraina di Volodymyr Zelensky che la Russia di Vladimir Putin, continuano a dichiararsi “disponibili a trattative serie”, salvo poi non riuscire mai a trovare modo e tempo per sedersi al tavolo dei negoziati. Cosa ancor peggiore è che di giorno in giorno peggiorano i rapporti tra Ue e Russia, sempre più vicini a un conflitto diretto, così come quelli tra Usa e Russia.

Come se non bastasse, ad aggravare ulteriormente la situazione ci si mettono i sorvoli su mezza Europa di droni ignoti. Nella notte tra giovedì e venerdì una quindicina di droni è stata avvistata sopra l’area militare di Elsenborn, in Belgio, mentre altri cinque-sei – secondo la Bild, di “grandi dimensioni” – hanno sorvolato i cieli di Monaco di Baviera, in Germania, causando la chiusura per diverse ore dell’aeroporto Franz Josef Strauss.

Azioni su cui, come già accaduto per i casi analoghi in Danimarca e Norvegia, le autorità hanno promesso “indagini accurate” ma che, almeno per il momento, sembrano brancolare nel buio, visto che i velivoli riescono puntualmente a sparire nel nulla.

Parole incendiarie

Davanti a simili tensioni sarebbe lecito aspettarsi parole moderate e di buon senso, così da evitare incidenti diplomatici. Peccato che le cose non sembrino andare così. Anzi, il segretario generale della Nato, Mark Rutte, parlando al TG1, ha ulteriormente alzato la tensione dichiarando: “Siamo tutti in pericolo, i più avanzati missili russi potrebbero colpire Roma, Amsterdam o Londra a cinque volte la velocità del suono” e “non possono essere intercettati con i nostri sistemi antimissile tradizionali, perciò sono un gravissimo pericolo: significa che siamo tutti sul fronte orientale, non solo l’Estonia, la Polonia o la Romania, ma anche l’Italia”.

Secondo lui Putin “è già il nostro principale avversario, la principale minaccia nel lungo periodo” e la Russia potrebbe “effettivamente rappresentare una minaccia credibile contro la Nato”, da combattere aumentando ulteriormente la spesa militare dei Paesi membri.

Trump ha perso la pazienza con Putin

Non meno battagliere le parole di Donald Trump che, in un’intervista a One America News Network, ha detto che “gli Stati Uniti si occuperanno in qualche modo della Russia”, salvo poi precisare di volerlo fare in modo da risolvere l’impasse nei negoziati fra Mosca e Kiev. Cosa intenda davvero fare il tycoon, complice le sue continue – e ormai proverbiali – giravolte, resta un mistero.

Difficile che Trump possa concedere, come emerso ieri, il via libera alla fornitura di missili Tomahawk all’Ucraina per via dello shutdown in corso negli Usa, che comporta il blocco delle attività amministrative e che, secondo il Telegraph, sta già avendo ripercussioni sul supporto americano a Kiev, di fatto congelando a tempo indefinito i colloqui sulle forniture di nuove armi.

Ma non è tutto. Il tycoon sarebbe propenso a non concedere i suoi migliori missili anche per le minacce, non tanto velate, arrivate da Putin. Il leader russo, infatti, ha detto che “l’arrivo dei missili Tomahawk a Kiev segnerebbe una fase qualitativamente nuova di escalation, danneggiando anche le ancora fragili relazioni tra Russia e Stati Uniti”. Inoltre lo ‘zar’, concludendo, ha aggiunto che in ogni caso neanche queste nuove armi potrebbero cambiare la situazione sul campo, perché la Russia si farebbe trovare pronta e saprebbe come reagire.