Da un lato la disponibilità a trattare, dall’altro una nuova, violentissima ondata di attacchi sulla capitale ucraina. La Russia ha dichiarato di essere “pronta a proseguire i negoziati con l’Ucraina”, ma nella notte ha lanciato una delle offensive più intense degli ultimi mesi su Kiev, causando almeno otto morti e oltre ottanta feriti, tra cui diversi bambini.
A riferire l’apertura diplomatica è stato il viceministro degli Esteri russo, Sergey Vershinin, secondo cui “abbiamo avuto tre round di negoziati e siamo pronti a proseguirli. Per quanto riguarda gli incontri ad alto livello – ha precisato – questi devono essere preparati con serietà, altrimenti è prematuro parlarne”. Una dichiarazione che, però, stride con quanto avvenuto nelle stesse ore sul terreno.
Massiccio attacco su Kiev: morti e feriti tra i civili
Nella notte tra martedì e mercoledì, l’esercito russo ha attaccato l’Ucraina con otto missili da crociera Iskander-K e 309 droni, molti dei quali di tipo kamikaze Shahed. Lo ha reso noto l’Aeronautica militare ucraina, precisando che 291 velivoli senza pilota sono stati abbattuti o neutralizzati dai sistemi di difesa e guerra elettronica.
Uno dei missili ha colpito un edificio residenziale a Kiev, nel quartiere Svyatoshynskyi, provocando il crollo dell’ingresso e la morte di sei persone. Nel corso delle ore il bilancio complessivo delle vittime, secondo quanto comunicato dal capo dell’Amministrazione militare della capitale ucraina, Timur Tkachenko, è ulteriormente salito a otto vittime e 88 feriti, di cui almeno 44 ricoverati in ospedale.
Tra le vittime, anche un bambino di sei anni e sua madre. Dieci i minori feriti, cinque dei quali hanno necessitato il ricovero. “Una bebè di cinque mesi è stata colpita dai russi – ha dichiarato Tkachenko – e i numeri sono ancora provvisori”. I detriti dei droni abbattuti sono precipitati in almeno 19 località, in gran parte nella capitale.
Colpiti asili, scuole e ospedali
L’attacco ha danneggiato edifici residenziali, scuole, asili nido, istituzioni mediche e università. “È qui che stanno colpendo i russi – ha aggiunto Tkachenko – questo è lo stile del nemico”. Le immagini diffuse sui canali social e dalle autorità locali mostrano palazzi sventrati, ambulanze in corsa e quartieri residenziali devastati.
Contraddizione tra diplomazia e guerra
Le dichiarazioni del Cremlino sulla disponibilità al dialogo con Kiev arrivano quindi in un momento di forte escalation militare. Una contraddizione che non è sfuggita agli osservatori internazionali, e che rende ancora più fragile l’ipotesi di un cessate il fuoco o di un tavolo negoziale a breve termine.
Intanto, l’Ucraina continua a rafforzare la sua difesa aerea e a chiedere sostegno internazionale, mentre la popolazione civile – soprattutto a Kiev – paga ancora una volta il prezzo più alto del conflitto.