La Sanità di Rocca perde il primo pezzo. Interdetto il manager dell’Umberto I

Il neo direttore sanitario dell'Umberto I Matteo Galletta fuori gioco per un anno. È indagato a Catanzaro per i posti letto Covid gonfiati.

La Sanità di Rocca perde il primo pezzo. Interdetto il manager dell’Umberto I

Nella sanità laziale guidata da Francesco Rocca decade con effetto immediato Matteo Galletta, da poco nominato direttore sanitario al policlinico Umberto I di Roma dal direttore generale Fabrizio d’Alba. Motivo: la sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici per la durata di un anno disposta dal gip di Catanzaro e notificata ieri dalla Guardia di Finanza.

Il neo direttore sanitario dell’Umberto I Matteo Galletta fuori gioco per un anno. È indagato a Catanzaro per i posti letto Covid gonfiati

La misura cautelare è stata adottata in riferimento all’incarico di direttore sanitario svolto da Galletta – indagato con il commissario straordinario dell’epoca Giuseppe Giuliano per falso in atti pubblici – presso l’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini del capoluogo calabrese. L’indagine riguarda i posti letto Covid gonfiati per evitare la zona rossa coinvolge anche il rettore dell’Università Magna Grecia Giovambattista De Sarro e Caterina De Filippo, all’epoca direttore medico di presidio del policlinico universitario.

I quattro durante l’emergenza epidemiologica, avrebbero comunicato in due circostanze alla Regione Calabria un numero non rispondente al vero di posti letto Covid-19 attivabili in 48 ore in area medica presso il campus universitario di Germaneto e presso il presidio “ex Villa Bianca” di Catanzaro; dato numerico che rimaneva invariato fino alla cessazione dell’emergenza. Tale dato, successivamente comunicato al Ministero della Salute, integrato con altri valori, costituiva il parametro di riferimento per l’attribuzione del “colore di rischio” alla regione finalizzato a contenere la diffusione del virus.

In particolare, le indagini svolte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catanzaro hanno permesso di accertare come il numero dei posti letto segnalato fosse superiore a quello materialmente ed effettivamente realizzabile nel termine previsto, a causa della carenza di personale sanitario e delle relative dotazioni strumentali e logistiche. Nell’ordinanza cautelare del tribunale ordinario di Catanzaro si legge che nei confronti di Galletta è stata formulata una richiesta di applicazione della misura cautelare del divieto di dimora nella regione Calabria in relazione alle condotte di falso commesse in ambito sanitario nell’emergenza pandemica.

Al Galletta viene contestato in concorso con altri di aver comunicato al dipartimento della salute della Regione Calabria un numero di posti letto attivabile entro 48 ore fittizi. Giuliano e Galetta avrebbero agito sin dall’inizio con l’accordo di dichiarare posti letto completamente inventati il cui numero variava a seconda della richiesta formulata dall’organo politico. Come si evincerebbe dalle intercettazioni (Giuliano: “la stessa fesseria gli abbiamo raccontare Mattè” “questa è la versione! Non ce ne sono altre”; Galletta: “senti allora però questi 22 posti letto glieli metto attivabili?”; Giuliano: “si si mettili attivabili devono fare in culo che mi hanno rotto le palle questi, stanno cercando di scivolarmi la zona rossa a me! capito?”).

La De Filippo, a sua volta pur essendo consapevole della falsità del dato, comunicava al dipartimento della salute su richiesta di Giuliano 40 posti letto covid aggiuntivi a Villa Bianca al solo scopo di evitare lo spostamento della Calabria in zona rossa (De Filippo: “Io li dichiarò, non ho problemi (…) servono soltanto per aumentare il denominatore”). E ora, con questa inchiesta, la scacchiera delle nomine della sanità laziale di Rocca perde il primo pezzo. Quel Galletta con cui Rocca aveva già lavorato quando era dg al Sant’Andrea di Roma.