La schiforma Delrio. Nel silenzio generale oggi 38 Province vanno al voto, coi conti in rosso e precari da mantenere

Nel silenzio oggi si terranno 38 elezioni provinciali. Sono i risvolti della riforma Delrio, un disastro dato che gli Enti ci sono ancora ma senza soldi

Avvolte dal silenzio, oggi si terranno le elezioni per il rinnovo di 38 consigli provinciali. Non solo: altre cinque province andranno al voto tra il 9 e l’11 gennaio, l’ultima il 29 gennaio. Così, con le 27 province che hanno votato tra settembre e dicembre e le cinque che lo hanno fatto lo scorso anno, saranno rinnovati gli organi di 76 delle nuove Province delle Regioni a Statuto ordinario con elezioni di secondo livello. Nel silenzio generale di tutti e coi conti di tanti di questi enti in clamoroso rosso. Questa è la denuncia della Fp Cgil Nazionale, che sottolinea come “il silenzio che si registra è metro di misura del baratro nel quale sono precipitate le Province e Città metropolitane, a due anni e mezzo dall’approvazione della legge Delrio e nella indeterminatezza generata dall’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso”.

Ma soprattutto, rileva la Funzione Pubblica Cgil, “le Province sono in una situazione di collasso economico, impossibilitate come sono a predisporre i bilanci per quest’anno a causa dei ripetuti tagli a cui sono state sottoposte”. Una vera e propria emergenza con effetti pesanti sui lavoratori e sui servizi offerti ai cittadini. Se con il decreto Milleproroghe – ricorda il sindacato – si è, a pochi giorni dalla scadenza, garantita la proroga per i contratti precari in scadenza a fine anno, per la categoria dei servizi pubblici della Cgil “le condizioni in un cui versano i dipendenti rimangono complesse, specie per coloro che subiscono decurtazioni al salario in ragione dello sforamento del patto di stabilità”. Insomma, seppur al voto, le Province ormai vanno verso il baratro viste le prospettive al momento nere.

Enti al collasso – Basti questo: sulla viabilità, su di una rete di oltre 13 mila chilometri delle Città Metropolitane, il numero di addetti alla manutenzione è passato da 1.095 nel 2008 a 708 nel 2016, per una riduzione di oltre il 35%; la spesa per la manutenzione ordinaria è scesa del 68% passando da 56 milioni a 18 milioni, quella per la manutenzione straordinaria crollata da 148 milioni nel 2008 a 23,5 milioni nel 2016, per una riduzione dell’84%. I mezzi disponibili sono scesi da 885 nel 2008 a 632 nel 2016 e la stima sui tempi di rinnovo delle pavimentazioni passa da una forchetta di 5-10 anni medi del 2008 a 10-60 anni del 2016.

Per quanto riguarda l’edilizia scolastica, invece, le Province gestiscono una mole di istituti scolastici di scuola secondaria ripartiti in 5.389 edifici, pari al 13% del totale degli edifici scolastici italiani. Scuole che accolgono oltre 2 milioni e mezzo di alunni, di cui 60 mila con disabilità. Il numero di edifici sottoposti alla manutenzione è passato, nel corso degli ultimi dieci anni, da circa 4 mila a circa 5 mila e 400. Eppure la spesa, secondo una stima della Fp Cgil, su questo capitolo continua a calare, di circa il 20% tra il 2013 e il 2015. Infine, sull’ambiente, il personale di Polizia provinciale, impegnato in questo segmento, è passato dal 2008 al 2016 da 2.700 dipendenti a 709, calo che ha interessato l’intero personale addetto alla tutela ambientale, sceso nello stesso periodo di riferimento di oltre il 17%. Dati che dimostrano come si renda “sempre più difficile garantire un servizio adeguato”. Per queste ragioni la Fp Cgil chiede “l’azzeramento dell’ulteriore taglio di un miliardo, al quale sono sottoposti questi enti, previsto per il 2017, così come di restituire alle province e città metropolitane le stesse capacità assunzionali riconosciute al sistema delle autonomie locali e, infine, procedere alla stabilizzazione di tutto il personale precario, con particolare riferimento a quello impegnato sui centri per l’impiego”.

Il gelo frena le elezioni – Non tutti, però, andranno al voto. A causa del maltempo, infatti, le elezioni sono state rinviate a giovedì 12 a Isernia. “È l’ultimo giorno utile – ha spiegato il presidente dell’Ente, Lorenzo Coia – per procedere al rinnovo del Consiglio provinciale di Isernia”. A Isernia si vota solo per l’elezione dei consiglieri. Il corpo elettorale, composto da sindaci e consiglieri comunali, è di 585 aventi diritto al voto ponderato. Tutto spostato al 15, invece, per la Provincia di Chieti. Esattamente come a Pescara, a Lecce, Foggia, Taranto e Brindisi.