La scure sul Reddito di cittadinanza: nel 2023 si è ridotto o azzerato per un milione di famiglie

L'Istat certifica che nel 2023 un milione di famiglie ha visto ridursi o azzerarsi il Reddito di cittadinanza.

La scure sul Reddito di cittadinanza: nel 2023 si è ridotto o azzerato per un milione di famiglie

Il Reddito di cittadinanza nel 2023 si è azzerato o ridotto per circa un milione di famiglie. A dirlo sono i dati Istat, con i quali viene fatto un confronto rispetto al 2022. Va detto che la riduzione non è legata solamente alla cancellazione della misura, avvenuta gradualmente con il taglio prima per gli occupabili e poi, a fine anno, con il passaggio all’Assegno di inclusione. Pesa, infatti, anche un miglioramento dei livelli di reddito dei cittadini.

L’Istat spiega che la riduzione dipende quindi dal miglioramento dei redditi, anche se allo stesso tempo sottolinea che di fronte a questo fenomeno (non sorprendente, con l’inflazione) non sono stati rivalutati i requisiti Isee per accedere al beneficio, come sarebbe normale in un periodo di caro-prezzi. Ma, aggiunge ancora l’Istat, il calo delle prestazioni è dovuto anche alla riduzione dei mesi di fruizione dopo la modifica dei criteri di eleggibilità. Ridotto, infine, anche il tasso di adesione delle famiglie al sostegno. 

Reddito di cittadinanza azzerato o ridotto per un milione di famiglie: ecco di quanto

L’istituto di statistica fornisce anche i dati sulla perdita del sussidio, che ammonta in media a 1.663 euro, ovvero circa 138 euro mensili. Un taglio che riguarda quasi esclusivamente le famiglie che si collocano nel quinto più povero della distribuzione dei redditi. 

Gli altri dati sui redditi

L’Istat fornisce anche altri dati relativi alla redistribuzione dei redditi. Le modifiche al sistema di tasse e benefici previsti nel 2023 hanno aumentato lievemente l’equità della distribuzione dei redditi disponibili. In ogni caso, osserva l’istituto, le politiche che hanno avuto questi effetti sono riconducibili a misure già esistenti nel 2022. Viene quindi da pensare principalmente al taglio del cuneo fiscale, introdotto dal governo Draghi e poi confermato e ampliato da Meloni. 

Nel 2023 la diseguaglianza, valutata attraverso l’indice di Gini, è passata dal 31,9% al 31,7%. Il rischio di povertà assoluta, invece, diminuisce dal 20% al 18,8%.