La Turchia vieta alla delegazione italiana e ai legali di incontrare Gabriele Del Grande. Si complica la situazione del documentarista, mentre si moltiplicano gli appelli, al grido di #iostocongabriele

Impedito alla delegazione italiana di incontrare Gabriele Del Grande. Si complica la situazione del documentarista, mentre si moltiplicano gli appelli

Sono dovuti trascorrere otto giorni di assordante silenzio prima che l’attenzione, istituzionale e mediatica, piombasse sull’assurda vicenda che tocca il blogger e documentarista Gabriele Del Grande. Ieri, infatti, il vice console italiano ad Ankara e l’avvocato turco del giornalista sono andati nel carcere dove è detenuto a Mugla, sulla costa egea meridionale della Turchia, ma non hanno potuto vederlo. La notizia è stata data dal senatore Luigi Manconi in una conferenza stampa in Parlamento e smentisce le prime informazioni secondo cui l’incontro ci sarebbe stato: “Le autorità turche gli hanno impedito di vederlo”, ha detto il presidente della commissione Diritti umani. Una situazione, insomma, che si sta facendo sempre più delicata, come messo in luce anche dallo scrittore Del Grande che due giorni fa ha reso noto di aver cominciato uno sciopero della fame per tutelare i suoi diritti. Nella telefonata ai familiari in Italia, il 35enne reporter originario di Lucca aveva raccontato anche di essere stato trasferito a Mugla dopo essere stato inizialmente trattenuto in un altro centro di detenzione nella provincia di Hatay, al confine turco-siriano.

Qualcosa, insomma, dev’essere andato storto ieri mattina. Già perché nelle prime ore era stato lo stesso Angelino Alfano ad assicurare che la situazione fosse sotto controllo: “Ho in fase di lavorazione un contatto mio personale e diretto con il governo turco, per fargli capire chiaramente qual è il livello di attenzione del nostro Paese su questa vicenda. Abbiamo esercitato tutte le pressioni che la diplomazia permette di esercitare”. La Farnesina, ha detto la compagna di Del Grande, Alessandra D’Onofrio, “sta facendo un enorme e delicato lavoro” per ottenere al più presto la liberazione del giornalista. “Sentiamo la Farnesina ogni giorno – ha spiegato al telefono con UnoMattina – e chiediamo che il console e un avvocato vadano a trovarlo” al più presto.

Intanto si moltiplicano i messaggi di sostegno e solidarietà. Il Tirreno, il principale giornale locale della costa toscana, ha dedicato ieri l’intera prima pagina al caso di Del Grande, con una foto grande e il titolo “Gabriele libero“. Da giorni rimbalza su Twitter e su Facebook l’hashtag #iostocongabriele: tra coloro che lo hanno utilizzato l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi (“Tutti insieme, senza distinzioni, diciamolo chiaro al governo turco”) e i dirigenti di Mdp, Possibile e Sinistra Italiana Arturo Scotto, Pippo Civati e Nicola Fratoianni.A firmare un appello per la liberazione di Del Grande anche i parlamentari che sostengono Andrea Orlando alla segreteria del Pd, come confermato dal senatore Sergio Lo Giudice, responsabile diritti del comitato pro-Orlando.

Nel pomeriggio è arrivata anche la solidarietà del presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti, secondo il quale “è una vicenda molto delicata. Noi siamo e saremo strumento di quello che sarà deciso: siamo a disposizione delle scelte dei legali e della famiglia di Gabriele. Credo che in questa fase ogni iniziativa individuale possa essere pericolosa”.