L’Alitalia atterra ad Abu Dhabi

di Sergio Patti

L’incontro è previsto per oggi a Roma. Sul tavolo 300 milioni offerti dalla compagnia aerea di Abu Dhabi, la Etihad Airways, per acquistare la quota di controllo di Alitalia. Gli emissari del governo in Medio Oriente sarebbero dunque riusciti a trovare il socio industriale capace di rilanciare il vettore italiano dopo l’aumento di capitale ormai quasi completato. Il faccia a faccia di oggi, anticipato ieri dall’agenzia di stampa Bloomberg, che ha citato fonti vicine al dossier, sarebbe ben incardinato. E anche se non è stata ancora presa alcuna decisione finale, Alitalia avrebbe escluso gli altri potenziali partner. Etihad avrebbe avuto già accesso ai conti Alitalia e sta valutando un’offerta in attesa di conoscere i risultati finali dell’aumento di capitale e un accordo con i sindacati sui tagli di organico. Nessuno dei due vettori ha però voluto commentare le indiscrezioni.

Il ruolo del governo
L’operazione, facilitata dalla politica di espansione dell’amministratore delegato di Etihad, James Hogan, ha alle spalle un pesante intervento del governo italiano. Incassato il no di Air France a ricapitalizzare Alitalia, Palazzo Chigi aveva spinto nella ricerca di un partner operativo, focalizzando l’attenzione verso Russia, Cina e appunto il Medio Oriente. Qui Etihad Airways è una delle compagnie di punta. Da alcuni anni il gruppo sta crescendo acquistando partecipazioni in compagnie aeree più piccole in Europa, India e Australia. Questo ha consentito di costruire una rete di trasporto passeggeri attraverso la propria base di Abu Dhabi e di acquistare aerei e attrezzature in condivisione con altri soci. Etihad è infatti con Emirates Airline di Dubai e Qatar Airways l’acquirente di più di 200 velivoli, per un totale dioltre 100 miliardi di dollari all’ultima Fiera dell’aviazione di Dubai. Nel dettaglio, Etihad ha appena comprato 56 aerei per 25,2 miliardi di dollari: trenta 787-10 Dreamliners e venticinque 777X, il modello che compete con il nuovo Airbus A350. Il colosso dei cieli è inoltre già presente in Europa con la tedesca Air Berlin ed è appena entrata con il 33,3% nel capitale della svizzera Darwin Airline, con l’obiettivo di collegare i mercati europei secondari ai principali network in cui è attiva la compagnia araba. In questo quadro una possibile alleanza con Alitalia era subito sembrata possibile, anche perchè Ethiad in passato aveva manifestato interesse per il vettore italiano.

Fuoco di sbarramento
Adesso il problema è capire quale sarà il fuoco di sbarramento. Su questo di recente il presidente del Consiglio di gestione di Banca Intesa SanPaolo, Gian Maria Gros-Pietro aveva spiegato che l’ipotesi di un vettore non europeo come partner per Alitalia potrebbe aprire opportunità per chi investe, perché il gruppo italiano porterebbe in dote la capacità di penetrare sul mercato europeo. Opportunità che ha però un rovescio della medaglia. Per gestire determinate rotte serve infatti che l’operatore abbia la qualifica di vettore europeo. Qualifica che Alitalia perderebbe in caso di cessione della maggioranza delle sue azioni a un partner extracomunitario. Senza contare Air France, che uscirebbe con le ossa rotte, diverse altre compagnie aeree stanno valutando il ricorso alla Commissione Ue per denunciare un presunto aiuto di Stato, per via dell’ingresso di Poste Italiane nel capitale.