L’allarme degli anestesisti. In meno di un mese le terapie intensive del Centro-Sud potrebbero andare in sofferenza

“Se l’andamento dei casi di infezione da SarsCov2 continuerà con i ritmi ed i numeri attuali, e senza misure di ulteriore contenimento, stimiamo che in meno di un mese le terapie intensive al Centro-Sud, soprattutto in Lazio e Campania, potranno andare in sofferenza in termini di posti letto disponibili”. E’ l’allarme lanciato all’Ansa dal presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), Alessandro Vergallo, a proposito dell’andamento della pandemia in Italia (i dati di oggi).

“Siamo molto preoccupati per le Regioni meridionali – sottolinea – dove rileviamo una maggiore impreparazione a far fronte ad un eventuale peggioramento della situazione. Quella che stiamo vivendo in questi giorni potrebbe essere l’inizio della seconda ondata della pandemia da Covid-19 piuttosto che l’onda lunga terminale della prima fase pandemica. Questo ci preoccupa perché presuppone un ulteriore aumento dei contagi. Potremmo essere dinanzi ad una fase di iniziale aumento esponenziale dei casi, e non più dinanzi ad un aumento lineare più contenuto”.

Anche l’Istituto superiore di sanità, nel monitoraggio settimanale diffuso oggi, osserva un’accelerazione del progressivo peggioramento dell’epidemia nelle ultime dieci settimane, che si riflette in un notevole carico di lavoro sui servizi sanitari territoriali. Per la prima volta l’Iss segnala, in particolare, “elementi di criticità significativa relativi alla diffusione del virus” nel nostro Paese. I focolai attivi sono 3.805, di cui 1.181 nuovi, entrambi in aumento per la decima settimana consecutiva e localizzati nella quasi totalità delle province (104 su 107).