L’altra faccia delle crisi bancarie. Il rampollo di casa Agnelli cerca affari rastrellando crediti deteriorati

L'altra faccia delle crisi bancarie. Ecco cosa sta facendo Sebastien Egon von Fürstenberg, figlio del principe Tassilo von Fürstenberg e di Clara Agnelli.

In un momento di crisi bancaria come questo, l’auspicio è partito anche delle autorità di controllo. Tutte a chiedere uno sviluppo in Italia del mercato dei cosiddetti “non performing loans”, ovvero gli ormai famosi crediti deteriorati che appesantiscono i bilanci delle banche e insabbiano ancora di più gli ingranaggi del credito. Di sicuro la crisi bancaria è una medaglia a due facce: da una parte le difficoltà che incidono sulla carne viva dei risparmiatori, dall’altra le opportunità di business che fioriscono proprio intorno ai crediti difficili. Rimanendo in quest’ultimo ambito c’è da registrare come nelle ultime ore sia stata messa a segno un’operazione di non poco conto. Banca Ifis ha infatti acquistato un pacchetto di crediti deteriorati dalla società Locam per un valore nominale di 466 milioni di euro, corrispondente a oltre 77.600 posizioni.

Ciò che spesso sfugge è cosa si muove dietro queste società. Banca Ifis, per dire, ha un capitale che per il 50,2% fa capo a Sebastien Egon von Fürstenberg, figlio del principe Tassilo von Fürstenberg e di Clara Agnelli, sorella dell’avvocato Gianni Agnelli. Si tratta quindi di un “rampollo” della famiglia. Nella stessa operazione, peraltro, Banca Ifis ha ceduto crediti di difficile esigibilità per un valore nominale di 45 milioni di euro, sempre alla Locam Spa. E che cos’è esattamente quest’ultima? Si tratta di una società di valutazione, acquisizione e gestione di crediti in sofferenza. La sede è in Italia, ma la Locam fa in realtà capo a Seer Capital Management, un fondo di investimento americano che agisce in diversi parti del mondo ed è guidato da manager che vantano quasi tutti trascorsi nella tedesca Deutsche Bank. E’ indubbio che la fetta più grossa dell’operazione è rappresentata dai crediti deteriorati del valore nominale di 466 milioni di euro acquisiti da Banca Ifis.

Naturalmente il prezzo reale d’acquisto è stato sensibilmente inferiore, ma come spesso capita in questi accordi non viene comunicato. In genere il valore dipende dalla composizione del portafoglio: più un credito è recente più il prezzo è alto. Di sicuro, ma questo vale in generale per tutto il settore degli operatori in “non performing loans”, molti cercano di guadagnarci acquistando a poco e provando a recuperare in un secondo momento questi crediti al prezzo più alto possibile.

Twitter: @SSansonetti