Lamorgese boccia il Patto Ue sui migranti. La ministra dell’Interno punta sul meccanismo fissato nel 2019 a Malta. Il Viminale assicura che il Governo si sta battendo per un risultato utile ai Paesi mediterranei più esposti ai flussi

La ministra Lamorgese ha ribadito che l'Italia insiste per il riconoscimento della specificità della gestione delle frontiere marittime.

Lamorgese boccia il Patto Ue sui migranti. La ministra dell’Interno punta sul meccanismo fissato nel 2019 a Malta. Il Viminale assicura che il Governo si sta battendo per un risultato utile ai Paesi mediterranei più esposti ai flussi

Bruxelles continua a non affrontare realmente il problema della gestione dei flussi migratori. L’attuale proposta della Commissione europea sul nuovo Patto per l’immigrazione e l’asilo e considerata insoddisfacente per l’Italia dallo stesso ministro dell’interno. Lo ha detto chiaramente Luciana Lamorgese, rispondendo alla Camera, in sede di question time, a un’interrogazione sul tema presentata dal deputato Francesco Lollobrigida, di FdI.

“Noi insistiamo – ha aggiunto la titolare del Viminale – per il riconoscimento della specificità della gestione delle frontiere marittime così come prevedeva il meccanismo condiviso nel 2019 a Malta”, assicurando di aver appena ribadito in Europa le posizioni dell’Italia sulla necessità che per ridurre la pressione migratoria ai confini esterni europei si intensifichino tutti gli sforzi a livello politico, affinché le istituzioni dell’Unione europea pongano mano a robusti accordi di partenariato con i Paesi di origine dei flussi migratori, a partire da Tunisia e Libia.

Il negoziato in corso in sede europea è stato quindi definito “quanto mai delicato sul piano politico e articolato sul piano tecnico”, fattori da cui dipendono “i tempi di attuazione della tabella di marcia di attuazione del Patto”. La Lamorgese ha infine assicurato che il Governo “sta utilizzando gli strumenti più appropriati, sia a livello europeo sia sul piano bilaterale, per indirizzare il negoziato su un esito soddisfacente per gli Stati membri mediterranei più esposti ai flussi”.

Dall’archivio: È un dovere della Libia tutelare i diritti di rifugiati e migranti. Draghi: “L’Italia farà la sua parte ma occorre incrementare e strutturare il contributo dell’Ue”.