L’Aquila ancora attende le promesse (tradite) di Obama. E il governatore D’Alfonso scrive alla Casa Bianca: “Ricorda gli impegni”. Dopo 7 anni dagli Usa nemmeno le briciole

La presidenza degli Stati Uniti targata Barack Obama volge al termine. E nel capitolo delle promesse non mantenute dall’uomo più potente della terra ci sono quelle fatte alla città dell’Aquila all’indomani del terremoto distruttivo del 6 aprile 2009. A prendere “penna e calamaio” c’ha pensato per il secondo anno consecutivo il governatore d’Abruzzo, Luciano D’Alfonso. Dopo non aver ricevuto risposte nel 2015 il presidente della Regione ha deciso di riprovarci. Una lettera scritta in italiano, ma che ha sottolineato D’Alfonso sulla sua pagina Facebook ovviamente verrà tradotta in inglese. Al di là della forma restano una serie di promesse tradite.

ECCO LA LETTERA DI D’ALFONSO

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PAROLE AL VENTO –  “Non vi lasceremo mai soli”. Parole di Obama nel corso del G8 del 2009 organizzato in via straordinaria proprio nella città distrutta dal sisma. Ma dagli States al capoluogo d’Abruzzo è arrivato ben poco come questo giornale ha denunciato già due anni fa. – L’AQUILA TRADITA DALLE MAZZETTE E DALLE PROMESSE –  Gli Usa presero a cuore la chiesa Santa Maria di Paganica, con tanto di dichiarazione di Michelle Obama, salvo poi ritrattare e limitarsi ad aiuti di più lieve entità. Per la chiesa sarebbero stati necessari almeno 4,5 milioni di euro. Promesse sono arrivate anche dopo il sisma del 24 agosto che ha sconvolto il centro Italia. Pochi chilometri più a nord dell’Aquila. Speriamo che le promesse non siano ancora una volta parole al vento.