L’Australia contro Israele per le indagini truffa sull’omicidio dei 7 cooperanti a Gaza

Lettera del governo di Canberra a Netanyahu sull'omicidio dei cooperanti a Gaza. "Indagini insufficienti", accusa il ministro degli Esteri

L’Australia contro Israele per le indagini truffa sull’omicidio dei 7 cooperanti a Gaza

È un attacco frontale quello arrivato nella notte dal governo australiano contro Israele, per le indagini – ritenute insufficienti – sull’assassinio dei sette operatori umanitari della Ong World Central Kitchen, avvenuto la settimana scorsa a Gaza. Nel bombardamento perse la vita anche la cooperante australiana, Zomi Frankcom.

Il governo di Canberra ha infatti chiesto al premier Benjamin Netanyahu di agire contro i responsabili dell’attacco, aggiungendo che il governo di Israele non ha ancora colto la gravità di quanto accaduto a Gaza.

Secondo il Guardian, la notte scorsa la ministra degli Esteri australiana Penny Wong e il vice primo ministro Richard Marles hanno inviato una richiesta in tal senso al governo israeliano: il primo resoconto delle indagini  sull’accaduto non ha infatti soddisfatto le aspettative del governo australiano. “È necessario intraprendere azioni adeguate contro le persone responsabili di questi tragici eventi – ha spiegato Wong – È necessaria un’azione chiara e pratica per garantire che questa tragedia non si ripeta mai”.

A GAZA UN CONSULENTE INDIPENDENTE

Nella missiva, Wong e Marles chiedono di “preservare tutte le analisi sull’uccisione di sette operatori umanitari” e annunciano di voler nominare un consulente indipendente per seguire da vicino l’indagine ufficiale. “Il personale delle Forze di Difesa non ha agito secondo la legge o i protocolli militari israeliani”, sottolineano. Chiedono, inoltre, che siano introdotti con urgenza adeguamenti alle pratiche di targeting, se è provato che siano state un fattore nell’attacco con droni su tre veicoli della World Central Kitchen. “Siamo inoltre allarmati da commenti iniziali, secondo cui questo è stato un incidente e che tali incidenti accadono in guerra. Queste reazioni suggeriscono che la gravità delle morte di sette operatori umanitari debba ancora essere considerata dal governo di Israele”, concludono i due esponenti del governo australiano.

I DEMOCRATICI CHIEDONO LO STOP ALL’INVIO DI ARMI IN ISRAELE

Intanto negli Stati Uniti numerosi membri del Partito democratico del Congresso americano, tra cui l’ex speaker Nancy Pelosi, hanno inviato una lettera al presidente degli Stati Uniti Joe Biden e al segretario di Stato Antony Blinken chiedendo la sospensione dei trasferimenti di armi a Israele. Anche questa presa di posizione è una conseguenza dell’assassinio dei membri dello staff di World Central Kitchen, tra cui un cittadino americano con doppia cittadinanza. Lo riporta Times of Israel, aggiungendo che, notando che Israele ha affermato di non aver preso di mira intenzionalmente gli operatori umanitari, i membri del Congresso affermano che “se questo è vero, è un errore incredibilmente inaccettabile”. Chiedono inoltre che l’amministrazione “conduca un’indagine approfondita su questo attacco aereo”.

TRE I MORTI NELLA NOTTE A GAZA CITY

E mentre la diplomazia si muove, a gaza si continua a morire: stanotte il fuoco dell’artiglieria israeliana ha colpito case vicino a Gaza City, compresi i quartieri di Zeitoun, Sabra, Tal al-Hawa e Sheikh Ajlin, uccidendo almeno tre persone e ferendone 10, secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa. I bombardamenti israeliani hanno colpito anche case in numerose aree del centro di Gaza, causando più feriti nei quartieri di Mughraqa, Zahra e vicino al campo di Nuseirat, ha detto Wafa.