Lavoro e Welfare, la Cisal a Congresso: Conte, Salvini, Calderone, Fitto, Lollobrigida, Sangiugliano & C. sul palco

Via al Congresso della Cisal. Il segretario generale Cavallaro: “Ridurre il divario di genere nel mondo del lavoro è prioritario”.

Lavoro e Welfare, la Cisal a Congresso: Conte, Salvini, Calderone, Fitto, Lollobrigida, Sangiugliano & C. sul palco

Il Vicepremier Matteo Salvini Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Elvira Calderone, il ministro agli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Sottosegretario del Lavoro e delle Politiche Sociali Claudio Durigon, saranno presenti al Congresso Confederale della Cisal che prenderà il via domani, lunedì 17 aprile, a Roma e terminerà mercoledì prossimo. Per la giornata conclusiva prevista anche la partecipazione dell’ex premier e presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che si confronterà con la ministra Calderone.

I temi del Congresso federale della Cisal: divario di genere

Come spiegato dal segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro, uno dei temi portanti del Congresso sarà il divario di genere. “Nel 2022 a fronte di un tasso di occupazione nazionale pari al 60,4% (fascia d’età 15-64), l’occupazione femminile si è attestata al 51% (69,7% quella maschile). Le differenze si acuiscono se consideriamo le ripartizioni geografiche, con il nord che registra un tasso di occupazione femminile del 60,8% (75,7% quella maschile) e il mezzogiorno che si ferma al 33,7% (60,1% quella maschile) – spiega il leader della sigla sindacale –. Rispetto alla media europea il tasso di occupazione femminile in Italia è stato inferiore di 14 punti percentuali (49,4% in Italia 63,4% media Ue – dati 2021), collocandosi in fondo alla classifica europea per occupazione femminile”.

Figli e istruzione

Oltre alla territorialità, ad influenzare i livelli occupazionali femminili concorrono altri due fattori determinanti: la genitorialità e il livello d’istruzione. Questo ultimo elemento, peraltro, svolge una funzione calmierante, proprio in caso di presenza di figli.

“Secondo il rapporto Istat Italia 2021 (dati 2020 – tasso di occupazione generale, fascia 15-64, al 57,5%, femminile al 48,4), si evince come la combinazione di questi tre fattori (territorio, istruzione, genitorialità), determini situazioni fortemente differenziate – prosegue Cavallaro –. Agli estremi, considerando la fascia 25-54 anni, il tasso di occupazione per le donne single, senza figli, laureate, si attesta al 91,6% al Nord e al 78,8% al Sud, per donne con con figli, di cui almeno uno in età compresa fra 0-5 anni e con livello si istruzione fino alla licenza media, si ferma al 37,1% al Nord e al 13,9% al Sud. Il grado di istruzione gioca un ruolo importante nel limitare il gap. Ed infatti nel caso di donne laureate con figli, di cui almeno uno in età compresa fra 0-5 anni il tasso di occupazione passa all’80,4% al Nord e al 66,7% al Sud”.

Gap salariale

Le donne guadagnano di meno sia perché hanno paghe medie più basse (anche in virtù del fatto che godono generalmente di inquadramenti peggiori) sia perché lavorano un minor numero di ore (in conseguenza di una maggiore fruizione del part time e di un minore utilizzo del lavoro straordinario). Ma come intervenire? Tra le soluzioni prospettate dalla Cisal, quella di favorire “nell’ambito del welfare aziendale, la definizione, anche attraverso la contrattazione sindacale, di specifiche misure di conciliazione vita lavoro, compresa l’adozione del lavoro agile, che in alcune realtà si è già dimostrato una valida alternativa al part time” e nell’ambito delle procedure per le selezioni del personale “modalità ‘cieche al sesso’, al fine di contrastare condizionamenti anche ‘involontari’, causati da stereotipi sociali”.

Infine, conclude Cavallaro, sono “assolutamente indispensabili interventi finalizzati a garantire un adeguato livello di copertura nonché la tendenziale gratuità dei servizi socio educativi per l’infanzia, recuperando il gap con i partner europei, che è particolarmente significativo soprattutto in determinate zone del Paese, come in precedenza rappresentato”.

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