Lazio e Croce Rossa internazionale. Rocca col piede in due staffe

Il neo governatore del Lazio, Francesco Rocca, resta alla presidenza della Federazione Internazionale Croce Rossa e Mezza Luna.

Lazio e Croce Rossa internazionale. Rocca col piede in due staffe

È ufficiale. Il nuovo presidente della Regione Lazio Francesco Rocca manterrà la guida della Federazione Internazionale Croce Rossa e Mezza Luna. Per l’ufficio stampa di Ginevra non ci sarebbe nessun conflitto d’interesse ma soprattutto l’associazione umanitaria disconosce la “neutralità ideologica”, che invece rappresenta da sempre un caposaldo dell’associazione umanitaria.

Il neo governatore del Lazio, Francesco Rocca, resta alla presidenza della Federazione Internazionale Croce Rossa e Mezza Luna

“Secondo il nostro studio legale Francesco Rocca può mantenere il suo ruolo di presidente della Cri Internazionale perché nel nostro statuto non c’è la neutralità ideologica. Rocca è serio, ha già lasciato la Cri italiana e per evitare strumentalizzazioni e si è candidato con una civica, non ha tessere di partito ed ha esperienza nella sanità”, chiariscono, interpellati da La Notizia, dall’ufficio Cri Ginevra che risponde alle nostre domande dopo un mese dall’elezione di Rocca.

Ma quali sono, nel dettaglio, i suoi compiti connessi al suo ruiolo di Presidente internazionale della Cri? “La Croce rossa internazionale legalmente non esiste, ma ci sono due entità: la Federazione Luna Rossa guidata da Francesco Rocca e il Comitato internazionale Croce Rossa. Entrambi prendono fondi governativi ed europei e partecipano alla gare Adecco. Rocca dà l’indirizzo sulla gestione. Sul sito non so se abbiano aggiornato il suo profilo dopo la sua elezione a presidente del Lazio, ma non capisco perché bisogna specificarlo”.

Insomma se c’è Erdogan, Biden o Rocca, per la Cri internazionale non fa differenza. Nonostante il suo statuto, consultabile sul sito (The International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies) reciti testualemnte che “la neutralità garantisce al Movimento la fiducia di tutti e può fornire sostegno umanitario a tutti”, si tratta evidentemente di un principio ad personam. Rocca è stato eletto presidente della Ifrc nel 2022 con 122 voti ed è al suo secondo mandato quadriennale come Presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

Eletto nel 2017 ad Antalya (Turchia), primo italiano nella storia della Croce Rossa, e riconfermato a Ginevra, nel corso della 23esima Assemblea Generale dell’Ifrc, dai rappresentanti di 192 Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Società nazionali che hanno ricevuto dal 2012 al 2013 diversi contributi dalla Cri italiana guidata da Rocca.

Insomma, un potenziale conflitto di interessi. Che lascia qualche dubbio di imparzialità anche sul suo nuovo ruolo (politico) di presidente della Regione Lazio. In particolare per la decisione di avocare a sé la delega alla Sanità nella nuova Giunta della Pisana che il governatore annuncerà oggi. E ciò sebbene abbia lavorato, fino all’11 novembre scorso, e cioè fino a poche settimane prima della sua elezione, per Antonio Angelucci, il Ras della sanità privata, proprietario della holding Tosinvest (controllata da una società che ha sede in Lussemburgo) a cui fa capo la società Tosinvest Sanità, che gestisce una lunga serie di ospedali, centri di riabilitazione, case di cura e poliambulatori nel centro-sud dello stivale.

Con il gruppo San Raffaele, Angelucci controlla infatti 24 strutture tra Lazio e Puglia. Ma non è tutto. Rocca è stato, infatti, fino a qualche tempo fa anche direttore di un altro ente, la Fondazione Maria Monti che gestisce un centro dermatologico a Rocca di Papa una struttura che da sola gestisce un budget erogato dalla Regione Lazio pari a 20 milioni di euro. Pregressi che lasciano qualche dubbio sulla sua imparzialità, che sarà ovviamente valutata alla prova dei fatti. Come pure la decisione di mantenere il piede in due staffe tra politica e Croce Rossa internazionale.

Leggi anche: Tutti gli uomini di Rocca nelle carte di Lady Asl. Nel Lazio torna l’era Storace. Ridolfi, Simeoni, Gargano, Crea & C. Citati a vario titolo nello scandalo sanità