Tutti gli uomini di Rocca nelle carte di Lady Asl

L'elezione di Rocca ha aperto di nuovo le porte della Regione Lazio ad alcuni personaggi finiti nell’inchiesta giudiziaria "Lady Asl".

Tutti gli uomini di Rocca nelle carte di Lady Asl

Grandi manovre alla Regione Lazio. Che con l’elezione a presidente di Francesco Rocca ha aperto di nuovo le porte ad alcuni personaggi finiti a vario titolo dell’inchiesta giudiziaria Lady Asl. Un’indagine che travolse esponenti della giunta di Francesco Storace facendo emergere, fra l’altro, l’esistenza di un rodato sistema di corruzione che vedeva coinvolti anche funzionari pubblici delle Asl capitoline. E che portò all’indebita erogazione di somme di denaro per milioni di euro a società fantasma.

L’elezione di Rocca ha aperto di nuovo le porte della Regione Lazio ad alcuni personaggi finiti nell’inchiesta giudiziaria “Lady Asl”

Ma vediamo chi sono i prescelti. Alessandro Ridolfi ex coordinatore della segreteria di Francesco Storace, finì marginalmente nell’inchiesta (non indagato) e oggi è in pole per ricoprire il ruolo di segretario generale della Regione. Quando Storace divenne ministro della Sanità lo volle come direttore dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali. Rocca, a sua volta, già con la Croce Rossa, lo mise alla guida della Sise, una società della Cri siciliana.

Ad essere stato eletto tra le fila di Forza Italia invece è Giorgio Simeoni, processato 4 volte per l’inchiesta Lady Asl. Il deputato di FI è andato a giudizio per associazione a delinquere finalizzata a tre episodi di corruzione emersi, per l’accusa, nell’ambito dell’inchiesta sulla malasanità nel Lazio. Simeoni, coinvolto nella vicenda nella veste di ex assessore regionale del Lazio alla Formazione Professionale, era accusato (poi assolto) di aver ricevuto illecitamente somme di danaro riconducibili ad Anna Iannuzzi, la titolare di strutture sanitarie private che avrebbero beneficiato di fondi della Regione Lazio per prestazioni mai eseguite.

A curare la campagna elettorale di Simeoni per l’elezione di Rocca è stato Giulio Gargano, ex responsabile regionale ai trasporti di Alleanza Nazionale, poi passato a Forza Italia e che a dicembre 2006 ha patteggiato una condanna a 4 anni e 6 mesi. Sarebbero stato il collettore delle tangenti durante la giunta Storace.

Nella lista di Rocca invece spunta tra gli eletti l’avvocato Mario Luciano Crea, capo della segreteria di Simeoni ai tempi di Lady Asl, poi assolto. Fuori da Lady Asl, ma legato alla giunta Storace, è anche Giuseppe Quintavalle, attualmente direttore generale del Policlinico di Tor Vergata che dovrebbe andare a ricoprire l’incarico di direttore regionale del Lazio al posto di Andrea Urbani oggi messo in stand by perché raggiunto da un avviso di garanzia per l’inchiesta Covid sui morti di Bergamo.

Insomma Rocca riparte da dove ha lasciato, suo malgrado, Storace. Ma dietro il presidente neo eletto della Regione Lazio non ci sono solo i fantasmi di un passato che sarebbe stato meglio dimenticare. Si agita, infatti, secondo indiscrezioni, anche lo spettro del patron della sanità privata e dell’editoria Antonio Angelucci che nella partita delle nomine sembrerebbe avere voce in capitolo. Angelucci è legato a Rocca da un rapporto lavorativo recente. Il governatore del Lazio infatti era stato presidente del consiglio di amministrazione della fondazione San Raffaele, della famiglia Angelucci, che possiede diverse cliniche ed Rsa nella regione finite durante la pandemia sotto accusa per la gestione del Covid.

 

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