di Clemente Pistilli
La legislatura Polverini non sembra proprio avere pace. A rischio già prima di andare alle urne, per l’esclusione delle liste del Pdl a Roma, e poi naufragata sotto l’onda degli scandali sui rimborsi ai gruppi consiliari, l’era della prima governatrice del Lazio è finita sotto accusa anche per il mancato rispetto delle quote rosa. Troppo poche le donne candidate nelle liste a sostegno della sindacalista entrata in politica. A riconoscerlo, due anni fa, è stata la stessa Renata Polverini e il suo successore, Nicola Zingaretti, per quelle candidature poco rosa ha ora tagliato i rimborsi elettorali a tre partiti. Ironia della sorte a vedersi ridurre le entrate anche La Destra di Francesco Storace, il quale è stato il presidente della Regione che ha varato la norma sulla sanzione a chi ignora le pari opportunità.
Una legge rosa
Nel 2005 il presidente Storace firmò la legge relativa alle elezioni di governatore e consiglio del Lazio, specificando cause di ineleggibilità e tagli ai rimborsi per i partiti che candidano poche donne. Nello specifico, la norma prevede che in ogni gruppo di liste nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati. La violazione delle pari opportunità comporta il versamento alla giunta del Lazio del rimborso per le spese elettorali sostenute, fino a massimo la metà e in proporzione al numero dei candidati presentati contro la legge.
La corsa di Renata
Nel marzo 2010, nonostante il mancato sostegno del Popolo delle libertà di Roma, la candidata presidente del centrodestra, Renata Polverini, venne eletta raccogliendo il 51,1% delle preferenze, contro il 48,3% della sfidante Emma Bonino, attuale ministro degli affari esteri, che aveva cercato di rimettere insieme il centrosinistra distrutto dal caso Marrazzo. Per la prima volta a sedere sulla massima poltrona della Pisana fu una donna. Qualcosa, però, oltre al pasticcio sulle liste presentate in ritardo dal principale partito del centrodestra, escluso così dalla competizione, non andò per il verso giusto. Troppo poche le donne imbarcate nella squadra della Polverini, in numero contrario a quanto previsto dalla legge voluta da Storace. Il 1 febbraio 2011, con apposito decreto, fu così la stessa Polverini a stabilire che a violare la norma sulla proporzione delle candidature tra i due sessi erano stati il Pdl, La Destra e l’Udc.
L’ora di pagare
A far scattare le sanzioni per i tre partiti è stato ora il presidente Nicola Zingaretti, raccogliendo la proposta fatta in tal senso dall’assessore alle pari opportunità, la ex dirigente ministeriale Concettina Ciminiello. Il presidente della Regione Lazio, con proprio decreto, ha stabilito che i centristi e il partito di Storace dovranno versare 1/37 del rimborso annuo loro spettante per il 2012, relativo alle spese elettorali, e il Pdl 3/10. Il rimborso per il Partito delle libertà previsto per lo scorso anno è di 260.850 euro, per l’Udc di 134.547 euro, e per La Destra di 86.943 euro. L’Udc di Marino Fardelli si vedrà così trattenere 3.636 euro, La Destra dello stesso Francesco Storace 2.349 euro e il Pdl di Luca Gramazio 78.255 euro. Multe da una parte, tagli dall’altra e in mezzo una marea d’indagini, non si può certo dire un periodo felice per i partiti impegnati nelle Regioni italiane.