Le assicurazioni italiane restano le più care d’Europa. Polizze auto: prezzi in calo del 6% nel 2014. Ma paghiamo 177 euro più della media UE

Polizze auto in calo nel 2014 e nel 2013. Ed era pure ora. Che i prezzi delle Rca si attestino finalmente in fase di contrazion è, di per sé, una buona notizia. Un’ottima notizia, seppur tardiva. È dal 1994, infatti, anno d’esordio del nuovo regime di libera concorrenza in ambito assicurativo, che le tariffe di settore hanno conosciuto flessioni in un solo verso, l’alto. I cittadini hanno imparato a porre Direct Line e le sue tariffe a confronto con quelle di Quixa, Genialloyd, ecc., mettendo al setaccio il mercato a caccia delle soluzioni più convenienti, registrando spesso anche ottimi risparmi; il problema però è sistemico, ci muoviamo su un terreno tortuoso e pregno di insidie. Da vent’anni o giù di lì.

Polizze auto: -10% in 2 anni

Partiamo dalla notizie positiva. Secondo le ultime rilevazioni Ania, il costo delle polizze auto italiane si è ridotto del 10% dal 2013, del 6% se si prende in considerazione il solo 2014. Una boccata d’ossigeno per i guidatori di casa nostra, ma soltanto parziale. Se raffrontate alle medie europee, infatti, le Rca del Belpaese implicano tuttora una spesa di 177 euro superiore. Tra il 2008 e il 2012 il dato si spingeva fino a 213 euro. Grandi conquiste.

Un piccolo successo figlio della crisi

Il brutto è che tale riduzione non è motivato da approcci nuovi e più costruttivi, non ci sono meriti da attribuire a riforme dell’apparato assicurativo, non ci sono certezze da cui ripartire. Alla base delle contrazioni dei prezzi segnate nell’ultimo biennio, infatti, potrebbe esserci una semplice legge di mercato, la legge di mercato: se si abbassa la domanda, il prezzo scende. E l’abbassamento della domanda c’è stato, scaturito dalla crisi che, a sua volta, ha generato un assottigliamento del business automobilistico; meno macchine acquistate, meno immatricolazioni, meno rinnovi.

Incapacità di produrre leggi

Di chiacchiere se ne sono fatte tante, di fatti nessuno. Il Governo ha provato ad abbattersi contro la piaga dell’evasione, ha tentato una serie di riforme che, per un motivo o per un altro, sono sparite da ogni disegno di legge. La proposta di imporre l’utilizzo di carrozzerie convenzionate ai guidatori per la riparazione dei veicoli incidentati ha generato una bagarre che ha coinvolto associazioni di categoria, enti di tutela, lobby assicurative, e poi è sparita nel nulla. Grazie a Dio.

L’installazione della scatola nera, che permette di tracciare il comportamento degli automobilisti e di ridurre al minimo il rischio di truffe, è demandata all’arbitrarietà degli stipulanti; senza direttive univoche non si possono garantire pari condizioni, senza pari condizioni non si può incoraggiare all’utilizzo di tale apparecchiatura.

Ammesso che sia vero

Che poi i dati sulle polizze auto vanno anche presi con le molle. È vero, i prezzi sono in calo, ma l’ammontare della riduzione è tutto da stabilire. Le cifre pubblicate da Ania, infatti, non collimano con quelle dell’Istat. Il centro di analisi governativo ha calcolato una contrazione media negli ultimi 2 anni pari, appena, allo 0,2%. Una differenza abissale che non può in alcun modo trovare giustificazione nel margine d’errore statistico. Possiamo solo augurarci che a sbagliare sia stata l’Istat, in buona fede.