Nelle carceri “c’è un livello di tensione molto alta, dettato da una situazione molto complicata”. Lancia l’allarme il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, in audizione al Senato. “In alcune regioni c’è stata meno attenzione all’organizzazione della vita fuori dalla cella”, sottolinea. C’è un sovraffollamento di 13-14 mila persone. Le carceri lombarde sono le più affollate, con il doppio di presenze rispetto a quelle regolamentari”. Calano immigrati detenuti, “dal 37% di qualche anno fa al 31%”. Donne in carcere sono solo il 4,2%.
Le carceri lombarde sono le più affollate, con il doppio di presenze rispetto a quelle regolamentari. Calano gli immigrati detenuti
Al 31 marzo 2024 le carceri italiane ospitavano 61.049 persone. “Numeri così elevati comportano una contrazione dello spazio a disposizione dell’intera comunità penitenziaria, una riduzione del tempo che gli operatori possono dedicare alle persone detenute, una frammentazione delle proposte trattamentali, maggiori difficoltà per l’accesso alle cure mediche e un aumento della conflittualità interna, dice Monica Gallo, garante dei diritti delle persone private della libertà personale.
Suicidi, sovraffollamento e condizioni disumane impongono il ricorso alla Corte costituzionale
Qualche giorno fa l’Osservatorio carcere delle Camere penali ha dichiarato che i suicidi, sovraffollamento, e condizioni disumane impongono il ricorso alla Corte costituzionale sottolineando la violazione dei diritti fondamentali derivanti dall’esecuzione di una pena detentiva in condizioni disumane e degradanti. Già in passato la Consulta si era pronunciata (con la sentenza 279/ 2013) sulla legittimità costituzionale dell’articolo 147 del codice penale, evidenziando l’inaccettabilità dell’inerzia legislativa di fronte a una situazione così grave. Oggi le cose sono messe perfino peggio.