Le destre preparano l’assalto alla Rai. Senza alcuna Vigilanza

Il Parlamento, a oltre quattro mesi dall'inizio della legislatura, non ha ancora trovato la quadra sulla presidenza della Vigilanza Rai.

Le destre preparano l’assalto alla Rai. Senza alcuna Vigilanza

Da una parte il silenzio assoluto del Parlamento che ancora cincischia in attesa di una quadra sulla presidenza della Commissione Vigilanza Rai (a oltre quattro mesi dall’inizio della legislatura); dall’altra una maggioranza di governo che già si sta muovendo per ridisegnare l’assetto della Tv di Stato con figure – manager, direttori, conduttori – che rientrino nell’orbita del centrodestra.

Il Parlamento, a oltre quattro mesi dall’inizio della legislatura, non ha ancora trovato la quadra sulla presidenza della Vigilanza Rai

Nulla di nuovo sotto il sole, per carità. Ad ogni nuovo esecutivo, come noto, il gioco è sempre lo stesso: scalzare chi c’era prima e promuovere i fedelissimi. La differenza, però, è che verosimilmente tutto questo avverrà senza che ci sia un organo di controllo a vigilare dato che, come detto, i lavori della Vigilanza sono fermi in attesa che si trovi una quadra.

Ma partiamo dal mondo che si muove a Viale Mazzini. Come noto la maggioranza altro non aspettava che dei pretesti per passare all’attacco. E così, dopo il caos del Festival di Sanremo e poi l’uscita infelice di Lucia Annunziata domenica scorsa, pare che sia davvero tutto pronto per i cambi al vertice. Come raccontato ieri da numerosi quotidiani, è molto probabile che si lascerà soltanto il tempo a Carlo Fuortes di approvare il bilancio il mese prossimo.

Sergio potrebbe prendere il posto di Fuortes. A capo del prossimo cda potrebbe arrivare Rossi

Dopodiché via alle danze: al di là se sarà lui – più che probabile – a rassegnare le dimissioni, o meno, il nome pronto a sostituirlo potrebbe essere quello di Roberto Sergio che amministrerà la Tv di Stato in tandem con Giampaolo Rossi che diventerà poi amministratore delegato in toto con il nuovo Cda nell’estate 2024. Non è un mistero d’altronde che l’intellettuale di destra sia un punto di riferimento per Giorgia Meloni. E sarà lui, insieme a Sergio, a procedere con le nomine anche dei direttori, di genere e di testata.

E qui i nomi che si fanno sono, come sempre accade, vari e diversi. Molto probabile che ad avere un posto di rilievo sarà Marcello Ciannamea, cui verosimilmente andrà il prime time scalzando così Stefano Coletta. Non è detto, poi, come raccontato ieri da TvBlog, che “Ciannamea reggerebbe inizialmente ad interim anche la direzione intrattenimento day time guidata ora da Simona Sala”. Ma c’è di più.

Sempre secondo il sito specializzato nel mondo televisivo, Angelo Mellone sarebbe avviato alla direzione di Rai fiction, con Maria Pia Ammirati che passerebbe alla direzione della Radio al posto di Roberto Sergio, mentre Costanza Crescimbeni passerebbe alla direzione del Tg3, con Mario Orfeo avviato alla direzione di Rai sport, mentre l’attuale responsabile del dipartimento sportivo della Rai, Alessandra De Stefano andrebbe a Parigi come corrispondente. Silvia Calandrelli, che gode di grande stima da parte delle alte cariche dello Stato rimarrebbe alla direzione di Rai cultura.

Ci sono poi le testate: il nome più caldo è senz’altro quello di Gian Marco Chiocci che, dall’AdnKronos, potrebbe andare al Tg1, mentre al Tg2 potrebbe arrivare Nicola Rao. Infine, i conduttori. Il nome più caldo è senz’altro quello di Massimo Giletti – non è un mistero che goda di grande simpatia nel mondo di destra – che potrebbe clamorosamente tornare in Rai. Magari al posto di Fabio Fazio.

Tutto, dunque, ancora è in ballo. In fase di stallo, invece, è il mondo parlamentare. Al momento, infatti, ancora nulla si sa dell’inizio dei lavori della Commissione di Vigilanza Rai. La presidenza della bicamerale spetta tradizionalmente all’opposizione. E nel caso della Vigilanza ci sono alcuni nomi di 5Stelle in pole, come Riccardo Ricciardi, vicinissimo a Giuseppe Conte, o, in seconda battuta, Barbara Floridia, l’ex sottosegretaria all’Istruzione attuale capogruppo dei senatori, e Chiara Appendino.

Il Terzo Polo è diviso sui nomi: i renziani spingono la Boschi, mentre i calendiani puntano sulla Gelmini

Il problema è la posizione trasversale del Terzo Polo che non vuole cedere su alcuni nomi, risultando così incredibilmente diviso anche al proprio interno: da una parte i renziani con Maria Elena Boschi (nella foto); dall’altra i calendiani con Maria Stella Gelmini. Insomma, una questione di mero potere su cui nessuno vuole cedere. Mentre la destra continua a fare il bello e il cattivo tempo a Viale Mazzini.

Ieri, secondo quanto ha appreso l’Agi da fonti parlamentari, nel corso della riunione sulle presidenze delle commissioni, la minoranza ha chiesto alle forze che sostengono il governo di astenersi sul voto per la Vigilanza Rai. La fumata bianca, secondo le stesse fonti,  potrebbe arrivare la prossima settimana.

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