Le destre si azzuffano e il conto lo pagano gli alluvionati dell’Emilia-Romagna

Anche sull'alluvione dell'Emilia-Romagna il governo litiga: Salvini e Meloni si azzuffano e a farne le spese sono i cittadini.

Le destre si azzuffano e il conto lo pagano gli alluvionati dell’Emilia-Romagna

Stai a vedere che la guerra interna al Centrodestra alla fine rischiano di scontarla soprattutto gli alluvionati dell’Emilia-Romagna. Già perché a dispetto di annunci roboanti e promesse di aiuti faraonici, a più di un mese dalla devastante calamità che ha messo in ginocchio la regione guidata dal dem Stefano Bonaccini, le risorse per la messa in sicurezza e per la ricostruzione sono ferme al palo perché ostaggio del Commissario straordinario che non è stato ancora scelto.

Anche sull’alluvione in Emilia-Romagna Salvini e Meloni litigano

Che Matteo Salvini e Giorgia Meloni litighino su tutto, è storia. Così non sorprende che sul nome di chi dovrebbe occuparsi di gestire la situazione in Emilia Romagna si stia consumando l’ennesimo braccio di ferro tra due leader che in pubblico si mostrano sorridenti ma dietro le quinte continuano a darsele di santa ragione.

Tramontata la possibilità di convergere su Bonaccini, scatenando le proteste di Pd e Terzo polo, il leader del Carroccio e la premier sembrano avere idee molto diverse sul profilo giusto che dovrà gestire un fiume di soldi e altrettanti problemi.

Il Capitano, dopo aver posto il veto sul governatore, ha compattato il partito nel chiedere un tecnico di esperienza, ovviamente pescando nel bacino di esperti vicini alla Lega. Del tutto diversa l’idea su cui lavora la Meloni che, al contrario, insiste per un politico in area Fratelli d’Italia.

Si tratta di due linee legittime ma che stanno creando una pericolosa impasse perché senza il Commissario, ogni discorso verrà inevitabilmente posticipato. Come se non bastasse i due alleati si scontrano anche nel merito della gestione post-alluvione in quanto, al di là degli annunci roboanti e da campagna elettorale, mancherebbero ancora la coperture economiche.

Il grido disperato

Il problema è che in Emilia-Romagna la situazione resta drammatica con i danni che sono enormi e la necessità di salvare un territorio che tanti considerano il vero fiore all’occhiello del Paese. Una situazione intollerabile che di giorno in giorno fa montare le proteste al punto che sabato un camion di fango è stato scaricato davanti alla sede della Regione Emilia-Romagna dai partecipanti alla manifestazione ‘10mila stivali’ organizzata da numerose associazioni tra cui Fridays for Future Italia e il Movimento NoTav.

Insomma non c’è tempo da perdere. Lo sa bene la vice presidente della Regione Emilia-Romagna con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, che ieri ha fatto il punto della situazione spiegando che per fare fronte alle opere urgenti post alluvione “il fabbisogno passa da 1,870 milioni a 1,933 miliardi, anche perché passano le settimane e gli interventi continuano ad andare avanti” ma a fronte di “521 milioni di interventi già attualmente in corso, tutti in debito fuori bilancio perché complessivamente finora, dal Governo abbiamo ricevuto in cash solo 30 milioni”.

Alluvione Emilia-Romagna, attaccano le opposizioni

Stando così le cose, è chiaro che martedì il governo non potrà continuare a rimandare la scelta del Commissario. E visto lo stallo della maggioranza, le opposizioni non si stanno facendo sfuggire l’occasione per lanciarsi all’attacco. “A distanza di un mese dall’alluvione dal governo Meloni, dai suoi ministri e viceministri, sono arrivati solo atteggiamenti sprezzanti e arroganti e nessuna reale misura per la Romagna” tuona il senatore del Movimento 5 Stelle, Marco Croatti.

Secondo il pentastellato “l’ultimo insulto ai romagnoli è quello del ministro Musumeci che si permette di trattare gli amministratori locali, disperati dal non riuscire ad aiutare come vorrebbero i cittadini, come bambini piagnucolosi e viziati che chiedono soldi per i loro capricci. Una vergogna, ancor più dell’arroganza dimostrata, è l’impressione che il ministro e il governo non abbiano contezza della situazione, non comprendano le criticità e gli enormi problemi di famiglie e imprese”.

Del resto, conclude, “non si spiega altrimenti l’incapacità, ad un mese dall’alluvione, di dare risposte, di nominare un commissario, di mettere a disposizione risorse adeguate”. Dura anche Raffaella Paita, presidente del Gruppo Azione-Italia Viva al Senato e coordinatrice nazionale di Italia Viva, “il governo la smetta con i calcoli politici e garantisca le somme richieste dalla regione per la messa in sicurezza e provveda a nominare il commissario. Non c’è altro tempo da perdere”.

Stessa posizione anche dal Partito democratico con la capogruppo alla Camera, Chiara Braga, che non le ha mandate a dire: “Presidente Meloni, basta tergiversare, nomini subito il Commissario per la ricostruzione dell’Emilia Romagna. In visita alle zone alluvionate della Romagna con una delegazione dei parlamentari Pd abbiamo raccolto il grido d’allarme di sindaci, amministratori, imprenditori e cittadini” su cui non si può più tergiversare.