Le Lettere

Le figuracce del governo

La Meloni continua a fare figuracce. Ma che altro potevamo aspettarci?
Irene Penna
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Gentile lettrice, ci sono giorni in cui fare un giornale libero è fin troppo facile e, se la politica fosse un incontro di boxe, l’arbitro lo fermerebbe per manifesta incapacità dell’avversario. L’altro ieri è stato uno di quei giorni. Tanto che pareva quasi sottodimensionato perfino il titolo de La Notizia: “Una figuraccia al giorno leva il governo di torno”, perché le figuracce in un giorno erano due: il Def che va sotto alla Camera, causa troppi parlamentari di destra in vacanza, e intanto la leader di latta che entra a Downing Street accolta da una folla con cartelli “Non vogliamo i fascisti”, “Dentro i migranti, fuori le Meloni”. Non illudiamoci: il governo rimane pericoloso come prima. Però certe giornate danno un’idea della situazione. Nell’abbraccio di Giorgia e Sunak si vede la disperazione di due futuri perdenti: l’una è isolata e annaspa in Europa, (il Mes, il Pnrr che affonda, ecc.) e quindi cerca sponde oltre Manica; l’altro è martoriato da rivelazioni sulle elusioni fiscali della moglie miliardaria mentre deve gestire il più forte impoverimento dell’Uk dagli anni ’60: raddoppiano le famiglie costrette a ricorrere ai pasti gratuiti dei banchi alimentari, l’inflazione è oltre il 10% (al 19,2% per gli alimentari) e la Banca d’Inghilterra ha ammonito: “Rassegniamoci ad essere più poveri”. il Fmi prevede nel 2023 la recessione di Londra (– 0,6%) seguita da Berlino (– 0,1%). Ah, a proposito, la Russia crescerà dello 0,7% e la sua inflazione è al 3,5%, nonostante le “immense sanzioni” (copyright Biden).

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