Le mafie dilagano nel Lazio e sulla sicurezza la Regione latita

Le mafie dilagano nel Lazio ma il governatore Rocca non ha ancora nominato il nuovo presidente dell’Osservatorio legalità e sicurezza.

Le mafie dilagano nel Lazio e sulla sicurezza la Regione latita

Mentre nell’ultima relazione della Dia la città di Roma viene definita capitale del riciclaggio, con 8.365 segnalazioni sospette nel primo semestre 2022 che risultano più che raddoppiate rispetto alle circa 4.000 a semestre del 2018, il presidente Francesco Rocca non ha ancora nominato il nuovo presidente dell’Osservatorio legalità e sicurezza. Un incarico che non prevede alcuna retribuzione e che a quanto pare non è finito tra le logiche spartitorie degli eletti.

Le mafie dilagano nel Lazio ma il governatore Rocca non ha ancora nominato il nuovo presidente dell’Osservatorio legalità e sicurezza

Eppure la Dia ha dedicato ben 10 pagine alla regione Lazio nelle quali vengono riportati nel dettaglio gli interessi mafiosi nelle province laziali dove sono state messe a segno indagini importanti come l’operazione “Tritone” del 16 febbraio 2022 e l’operazione “Propaggine” del successivo 10 maggio conclusa dalla Dia che ha documentato “l’operatività nel territorio della capitale delle ‘ndrine calabresi che avevano addirittura costituito un locale di ‘ndrangheta”.

A questo si aggiungono la serie di omicidi e l’ondata di criminalità che ha travolto la città di Roma dove sono stati commessi 19 omicidi in cinque mesi e mezzo, fra i quali quelli di nove donne, una quindicina di ferimenti a colpi di pistola, tutti in ambito malavitoso. Ma ce ne sono stati anche altri, a conferma del fatto che la pax mafiosa nella Capitale è finita. Una scia di sangue e criminalità su cui la Regione oltre a non aver espresso alcuna posizione non ha ancora ripristinato le funzioni dell’Osservatorio che aveva il compito di sensibilizzare ed informare sui clan mafiosi che saccheggiano i territori opprimendo la popolazione. Ma mentre si fatica a nominare un nuovo presidente, al posto di Gianpiero Ciofffedi, che in questi anni si era speso in giro per i territori a diffondere la cultura della legalità, Rocca tra un foto e l’altra in giro per gli ospedali laziali (modello Alessio D’Amato) non si risparmia con nomine più prestigiose e remunerative.

Rocca prepara una nuova infornata di nomine. Imbarcati Ridolfi, Gerardi, Chiesa, Lei e Di Mario

A partire da Alessandro Ridolfi, da sempre vicino a Rocca, che come aveva anticipato La Notizia è stato investito del ruolo di direttore generale della Regione, Lazio. Ridolfi, manager ed ex coordinatore della segreteria durante la giunta di Francesco Storace, ha ricoperto importanti incarichi apicali sia nella Pubblica amministrazione che presso aziende private come quelle del Ras della Sanità privata Antonio Angelucci. Ma non è tutto. Il presidente Rocca ha firmato la delibera anche per il conferimento di altri incarichi: Tiziano Gerardi, responsabile della struttura autonoma di diretta collaborazione Cerimoniale; Lorenza Lei, responsabile della struttura autonoma di diretta collaborazione per il Cinema; Filippo Chiesa, responsabile della struttura autonoma di diretta collaborazione per i Servizi documentazioni; il giornalista del Tempo, Daniele Di Mario, responsabile dell’Ufficio stampa del presidente della Regione Lazio.

“La totale mancanza di interesse verso l’osservatorio su legalità e sicurezza da parte del centrodestra che amministra la Regione Lazio è l’ennesima dimostrazione di quali sono effettivamente le loro priorità, ovvero quelle di occupare il prima possibile i posti di potere, cosa che hanno fatto immediatamente, e non di certo adoperarsi per la legalità e la trasparenza”, commenta l’ex consigliere dem Roberto Alicandri del Comune di Nettuno a guida centro destra commissariato per mafia insieme alla città di Anzio nell’operazione Tritone. “Non nominare poi il successore di Gianpiero Cioffredi – ha aggiunto – non è altro che un ennesimo schiaffo ai nostri territori che quotidianamente resistono alla sempre più aggressiva infiltrazione della malavita organizzata e che si sentono sempre più abbandonati dalle istituzioni”.

La Notizia solleva il problema dell’Osservatorio legalità e sicurezza e la Regione si sveglia

Strana coincidenza, nel giorno in cui La Notizia solleva il problema dell’Osservatorio sulle legalità e la sicurezza, la Regione si sveglia. “La Regione Lazio – ha dichiarato questa mattina l’Assessore al Personale, Polizia Locale, Sicurezza Urbana ed enti locali, Luisa Regimenti – è e sarà in prima linea sul tema della lotta alla criminalità organizzata. Per questo insieme al presidente Francesco Rocca stiamo lavorando per riattivare l’Osservatorio regionale su Legalità e Sicurezza che può offrire un contributo importante per monitorare l’evoluzione dei fenomeni criminali e supportare le scelte politiche da adottare in questo ambito”.

“La recente scia di delitti avvenuta nella Capitale – continua l’Assessore Regimenti – è la dimostrazione che gli equilibri criminali sono in mutamento: le istituzioni ad ogni livello devono fare fronte comune per porre le forze dell’Ordine nelle migliori condizioni di operatività e la Giunta Rocca farà la sua parte in sinergia con il governo nazionale. Come ha evidenziato l’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia nel Lazio si registra la contestuale presenza di tutte le tradizionali matrici mafiose e di locali formazioni criminali. Mafia significa sopraffazione e violenza cioè la negazione della democrazia. Per questo è essenziale non abbassare mai la guardia contro questo fenomeno”.