Le “sinistre” non sfondano. Dov’è la sinistra?

Sinistra Italiana e Verdi ottengono quello che volevano, niente di più. Unione Popolare non va in Parlamento ma ha senso se è solo l'inizio.

Le “sinistre” non sfondano. Dov’è la sinistra?

«Avevamo avvisato il Paese del rischio di una destra sovranista, estrema», contro la quale sarebbe stato necessario «riuscire a raggiungere la massima coesione possibile, e se questo obiettivo fosse stato perseguito ora probabilmente staremmo commentando un risultato diverso». Ha detto così Angelo Bonelli, leader dei Verdi dal comitato elettorale dell’alleanza VerDi-SI durante la maratona Mentana.

Sinistra Italiana e Verdi hanno ottenuto il minimo sindacale

«Ora avremo un ruolo molto importante – ha aggiunto – per difendere le conquiste sociali. Saremo pronti, forti a difendere la Costituzione e i diritti». L’alleanza tra Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli incassa un risultato che rientra tra i parametri sperati. Non c’è entusiasmo dalle parti della costola di sinistra del Partito Democratico ma rimane comunque la soddisfazione di avere portato persone in Parlamento.

La campagna elettorale, del resto, ha pagato in primis l’alleanza con il Partito Democratico (Bonelli si è ritrovato in coalizione con nuclearisti, solo per fare un esempio), ha pagato poi gli attacchi a palle incatenate del cosiddetto terzo polo (che invece è il sesto) di Renzi e Calenda e ha scontato il pessimo risultato del progetto politico di Enrico Letta.

Forse è proprio per questo che Fratoianni a poche ore dalla chiusure delle urne chiede di rimettere in piedi la coalizione con il M5S: «Intendiamo farci carico della ricostruzione a partire dall’opposizione di un quadro di relazioni e convergenze di tutte le forze alternative a questa destra estrema.  – ha detto il leader di SI parlando al tg3 – Non è una buona notizia ci siamo battuti contro questo scenario e avremmo voluto farlo con una coalizione più larga. I numeri dicono che un’alleanza più larga avrebbe reso la vita molto più difficile” alla destra.

Ma com’è andata la “sinistra” in Italia? Questa è la domanda al di là dei calcoli di questa pessima legge elettorale. Se la “sinistra” è l’alleanza tra Verdi Europei, Sinistra Italiana e Possibile non è andata per niente bene, bisognerebbe avere il coraggio di dirselo. Non è immaginabile che in un’alleanza di centrosinistra lo spazio sia solo di qualche punto percentuale sopra la soglia di sbarramento e non può bastare l’elezione di qualche nome importante e simbolico come Ilaria Cucchi.

La sensazione convinta è che con un Partito Democratico così in affando sia veramente difficile risultare credibili come forza di “sinistra” e “alternativa” a tutto quello che abbiamo visto in questi ultimi anni. Non è un caso che Letta si apparso più di una volta in evidente difficoltà per i voti contrari al governo Draghi che Nicola Fratoianni e i suoi hanno espresso in più di un’occasione.

Unione Popolare ha un senso se è l’inizio di un progetto

Fuori dalla coalizione c’è invece Unione Popolare. Il cartello elettorale messo in piedi in poche settimane da De Magistris, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo si arena su percentuali ben lontani della soglia di sbarramento che era l’obiettivo di tutti. A differenza di Verdi e Sinistra Italiana in questo caso pesa sicuramente il poco tempo a disposizione e una stampa tutt’altro che benevola che ha fatto di tutto per oscurare la loro offerta politica. Il terrore da quelle parti ora è che il cartello elettorale non si evolva in un progetto con lo sguardo lungo ma si dissolva come accaduto dai tempi della Sinistra Arcobaleno in poi. Loro ripetono che questo sia solo l’inizio ma anche questa è una frase che abbiamo ascoltato spesso. 

O forse bisognerebbe fare i conti con un fatto evidente: molti dei voti di questa sinistra sempre sparpagliata in questo momento se li tiene in panca il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Averne coscienza sarebbe un buon inizio.