L’economista Piga avverte:

di Antonello Di Lella

Resta la speranza. Certo è che i nuovi dati diffusi dall’Istat sull’occupazione in Italia non fanno altro che certificare tutta la drammaticità della situazione del lavoro. Numeri chiari, inequivocabili, che smentiscono tutte le più rosse previsioni che in un recente passato prospettavano una ripresa dell’occupazione. Ma a chi addebitare il fallimento del rilancio occupazionale nel Belpaese?
“Gli ultimi dati non fanno altro che confermare l’incapacità della politica economica di funzionare. È la certificazione definitiva del fallimento delle politiche di austerity”, parola dell’economista Gustavo Piga. Ma il professore è andato ben oltre entrando nel dettaglio della drammaticità dei dati. Sono 22 milioni gli occupati in Italia e di questi 1 milione sono giovani tra i 15 e i 24 anni: un ventesimo del totale. “Tracciando un bilancio con il governo Letta ci sono stati 365 mila occupati in meno e di questi 107 mila vengono dalle forze giovanili. Questa è una crisi che ha toccato i giovani”, ha spiegato Piga a La Notizia, “e prima di Letta non è che il governo guidato dal professor Mario Monti abbia fatto meglio”. Tornando agli ultimi dati e al capitolo giovani Piga si è voluto soffermare su un aspetto in particolare: “Il vero dato drammatico è che dei 272 mila disoccupati in più ‘solo’ 27 mila sono giovani. La verità è che ben 46 mila giovani sono diventati inattivi, non cercano nemmeno più un lavoro. È tempo che l’Europa metta in pratica le politiche giuste: se non cambia ritmo rischia di saltare l’intera area euro”. C’è, però, un dato che va in controtendenza ed è quello tedesco dove il dato degli occupati ha fatto registrare il segno più. “La Germania è riuscita a fare le riforme molto prima. Ma non le ha fatte in recessione, bensì in espansione”, ha spiegato Piga, “ben presto, però, potremmo vedere un’inversione di tendenza anche del dato tedesco”.
Da qualche tempo, però, anche la borsa italiana sta facendo registrare segnali positivi, nonostante ciò la situazione del Belpaese dal punto di vista lavorativo non ha visto alcuna miglioria. Ma i due fenomeni sono in relazione? “I mercati si muovono in funzione delle aspettative future”, ha sottolineato l’economista Piga, “e per la prima volta in Italia c’è un governo che ha annunciato tutta una serie di riforme. I mercati si nutrono di prospettive di sviluppo. Ma se il Documento di Economia e Finanza del ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, venisse bocciato dall’Europa i mercati in quel caso reagirebbero senza alcun ombra di dubbio in senso opposto”. Non resta che sperare.