Lega, Vannacci e Sardone vice segretari: inizia l’era del dualismo tra l’anima nordista di Zaia & C. e quella sovranista imposta da Salvini

La Lega si affida a due vice di destra: Vannacci e Sardone incarnano la linea sovranista e identitaria voluta da Salvini.

Lega, Vannacci e Sardone vice segretari: inizia l’era del dualismo tra l’anima nordista di Zaia & C. e quella sovranista imposta da Salvini

La Lega di Matteo Salvini ha fatto la sua scelta. E lo ha fatto con nomi che non concedono ambiguità: il generale Roberto Vannacci e l’eurodeputata Silvia Sardone sono stati nominati vicesegretari federali del partito. Due figure simboliche di un’identità precisa: sovranista, muscolare, ostentatamente anti-progressista. La conferma è arrivata il 15 maggio 2025, nel corso del Consiglio federale, segnando l’ennesima tappa di una trasformazione interna che da anni riscrive la storia del Carroccio.

La scelta di Vannacci rappresenta la normalizzazione di una figura finora considerata borderline. Eurodeputato eletto con un numero record di preferenze, ex generale delle forze armate, autore di un libro-manifesto che ha diviso l’opinione pubblica e imbarazzato persino pezzi di centrodestra, Vannacci entra formalmente nella stanza dei bottoni. Salvini lo porta dentro per evitarne una corsa autonoma, per capitalizzarne il consenso, ma anche per blindare una linea politica sempre più identitaria e anti-europea. Con la nomina, si chiude il capitolo – solo ipotizzato – di una lista personale “Il Mondo al Contrario” e si apre quello di una Lega con accenti più simili a quelli dell’estrema destra europea.

Accanto a lui, Sardone. Prima vicesegretaria donna della Lega, ex Forza Italia, è da anni volto riconoscibile del partito tra Bruxelles e Milano. Anche lei portatrice di un messaggio netto: contro l’immigrazione, contro il velo islamico, contro l’allargamento dell’Unione alla Turchia. “La Turchia non è Europa, né potrà mai esserlo” ha detto in aula a Strasburgo. E ancora: “Serve eliminare del tutto il Green Deal”. Sardone è il volto istituzionale del radicalismo leghista: disciplinata, efficace, già abituata alla macchina del partito.

Lega, crepe e silenzi nel Nord

Ma se per Salvini si tratta di una mossa utile a consolidare il partito e a rilanciare l’identità “vera” della Lega, le crepe sono evidenti. Da Nord arrivano segnali freddi, quando non apertamente contrari. Luca Zaia, presidente del Veneto, ha fatto sapere di non apprezzare l’indirizzo preso, difendendo una Lega “vicina al popolo” e dichiarandosi geneticamente incompatibile con il modello calato dall’alto. Massimiliano Fedriga tace. Altri, come Roberto Marcato, liquidano il nuovo vice con un silenzio eloquente: “Non spendo nemmeno una parola per lui”.

La Lega veneta, quella originaria, quella dei territori e delle battaglie autonomiste, guarda con crescente sospetto all’accentramento di una segreteria tutta in chiave nazionalista. Il rischio è una frattura permanente tra la Lega “sovranista” e quella “nordista”. Un rischio che potrebbe trovare nelle prossime regionali il primo terreno di frizione, proprio in Veneto, dove Vannacci coltiva ambizioni e Stefani spera che i suoi voti possano valere il prezzo del compromesso.

Un centrodestra sempre più sbilanciato

Sul piano esterno, l’effetto è altrettanto destabilizzante. Le posizioni filorusse del generale, le sue dichiarazioni contro la Nato e la timida ambiguità sull’antifascismo rischiano di mettere in imbarazzo l’intera coalizione di governo. Fratelli d’Italia e Forza Italia restano ufficialmente allineati alla traiettoria atlantista, ma da oggi dovranno fare i conti con un vicesegretario di partito che a Bruxelles parla un’altra lingua. Letteralmente.

L’ingresso di Sardone e Vannacci nella segreteria federale della Lega è più di un rimpasto. È una dichiarazione d’intenti. È il definitivo superamento di ogni nostalgia per l’autonomismo padano. È la scelta di chi vuole un partito urlato, disciplinato, aggressivo. In due parole: un partito di destra. E ora che la direzione è tracciata, restano da vedere le conseguenze. Sulla Lega, ma anche sul centrodestra tutto.