Neanche il tempo di smontare i seggi e analizzare il voto regionale, che già Fratelli d’Italia – visto il trend non positivo – ha iniziato a parlare di cambiare la legge elettorale per le elezioni politiche. A lanciare il sasso su un possibile pensionamento del Rosatellum a favore di un più sicuro (per loro) “Melonellum” era stato già lunedì pomeriggio il responsabile organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli, che aveva invocato il ritorno al proporzionale in nome della “stabilità”.
Eliminare il sistema maggioritario a favore di un proporzionale con premio di maggioranza
“Con questa legge il rischio che nessuno abbia la maggioranza alle prossime elezioni esiste eccome: loro ne sarebbero felici, perché sarebbero prontissimi a fare un governo con tutti dentro, noi no”, aveva detto. L’idea di fondo sarebbe di eliminare quel 37% di seggi oggi assegnati con collegi uninominali eletti con il sistema maggioritario, mantenendo invece il proporzionale, ma con un premio di maggioranza alla coalizione vincente che supera una certa soglia (si parla del 40%).
Nome del premier sì o no?
Altro tema che aleggia è la possibile indicazione del candidato premier, in linea con la riforma costituzionale del premierato. Ipotesi, per ora… Tuttavia, siccome se i collegi rimanessero come sono oggi, le politiche del 2027 potrebbero essere effettivamente contendibili dal campo largo, è più che probabile che la maggioranza voglia intervenire al più presto. Contando anche su appoggi trasversali.
Schlein: “Non ci interessa discutere di legge elettorale”. M5s invece…
Se il Partito democratico non ha alcuna intenzione di assecondare tale volontà – “Non ci interessa in questo momento discutere delle priorità di Giorgia Meloni, ci interessa discutere delle priorità degli italiani che non sono la legge elettorale, ma come correggere questa pessima legge di bilancio”, ha detto ieri segretaria dem Elly Schlein – più che interessato si è detto il Movimento Cinque Stelle.
“Come M5S siamo sempre stati contrari a questa legge elettorale. Quando uno ha consenso emerge, a prescindere dalla legge elettorale. Ma noi siamo per cambiarla, siamo per il proporzionale”, aveva spiegato il capogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi.
Anche Fi guarda al proporzionale
Per il sì anche Forza Italia, come confermato ieri dal portavoce nazionale del partito Raffaele Nevi: “Siamo favorevoli a costruire un sistema che dia stabilità. Penso al proporzionale ma con premio di maggioranza per evitare papocchi dopo il voto visto che in Italia governare con questa sinistra sarebbe impossibile. Serve un sistema che consenta ai cittadini di scegliere da chi essere governati”.
Lega e Avs stanno a guardare
Cauta invece la Lega, che per bocca di Matteo Salvini si è detta concentrata sulla legge di Bilancio e sulla sicurezza, perché “dei modelli organizzativi dei partiti avremo modo di discutere”. Anche Avs è attendista.
“Non partecipiamo a tavoli fuori dal Parlamento, né a Via della Scrofa né altrove”, ha dichiarato Angelo Bonelli, “Se la maggioranza presenterà una proposta nelle sedi istituzionali la valuteremo, ma esprimo già profonde perplessità: che Donzelli annunci un cambio della legge elettorale poche ore dopo la chiusura dei seggi è un segnale evidente di debolezza, la conferma che Giorgia Meloni sa bene che con l’attuale sistema non sarebbe in grado di vincere”, conclude.
Di “manovre da fine impero” parla invece + Europa
Infine da registrare la posizione nettamente contraria di + Europa, secondo cui “governo e maggioranza intervengono su una delle leggi fondamentali della democrazia per conservare il potere. Esattamente quello che sta facendo Meloni che, sconfitta alle elezioni regionali, si prepara a cambiare la legge elettorale per restare a palazzo Chigi. Uno scenario da fine impero che fa rabbrividire”, dichiara Riccardo Magi.