L’eterno rimpallo tra Camera e Senato sul reato di tortura. Palazzo Madama ammorbidisce le pene. E ora il testo deve tornare di nuovo a Montecitorio

Potrebbe allungarsi l’iter per giungere alla definizione del reato di tortura. La Commissione Giustizia del Senato ha apportato delle modifiche al disegno di legge e, quindi, sarà necessario un nuovo passaggio alla Camera se l’aula di Palazzo Madama dovesse approvare le modifiche proposte. Un rimpallo che va avanti ormai da oltre due anni. Le modifiche di ieri fanno tornare il testo molto simile a quello dell’impostazione iniziale. Attenuate le pene. Al centro della discussione il non voler configurare un reato contro le forze dell’ordine. Un pubblico ufficiale rischia il carcere se commette i fatti “nell’esercizio delle funzioni”: eliminata la parte che prevedeva “con abuso di poteri o in violazione dei doveri”. Proprio quello a cui puntava il ministro Angelino Alfano.