Grazie a una massiccia campagna di vaccinazione, il Regno Unito era riuscito a superare l’ondata di contagi vista nella prima parte dell’anno, quasi azzerando morti e ospedalizzazioni. Ma la variante Delta sta cambiando lo scenario. I nuovi casi positivi al virus del Regno Unito registrati negli ultimi sette giorni sono aumentati quasi del 75% rispetto ai sette giorni precedenti e del 133% se si considerano quelli degli ultimi quattordici giorni rispetto ai quattordici precedenti.
Le ospedalizzazioni sono sensibilmente aumentate, così come i decessi che però si mantengono a livelli piuttosto bassi, grazie ai vaccini. Il 49% della popolazione del Regno Unito è completamente vaccinata e il 66,3% ha ricevuto almeno una dose. I nuovi casi della variante Delta (venerdì oltre 26mila) sono in larga maggioranza riconducibili a persone non vaccinate o parzialmente vaccinate. Rispetto alla precedente variante Alpha, la Delta riesce ad evadere parzialmente l’efficacia di una dose di vaccino, ma le due dosi forniscono ancora una robusta protezione dal rischio di morte e ospedalizzazioni come confermato dai dati. Al 3 maggio la variante Delta era presente nel 33,4% dei tamponi sequenziati del Regno Unito, per poi arrivare all’oltre 97% di metà giugno.
Lo stesso sta accadendo in Europa. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha avvertito che entro la fine di agosto la variante Delta costituirà il 90% di tutte le infezioni da Coronavirus in Europa. L’Organizzazione mondiale della sanità ha già registrato un aumento del 10% dei casi dell’ultima settimana nella regione europea dopo 10 settimane di decrescita. Il Portogallo è al momento lo stato europeo più colpito. Il paese è stato costretto a reintrodurre il coprifuoco a Porto, Lisbona e nelle località turistiche per scoraggiare gli assembramenti notturni, soprattutto tra i più giovani che sono la fascia di popolazione meno vaccinata. Negli ultimi giorni i casi si sono mantenuti sopra i 2 mila giornalieri, come non accadeva da metà febbraio.
In Italia, l’ultima indagine dell’Istituto superiore di sanità (leggi l’articolo) stima la presenza della variante Delta nel 22,7% dei tamponi sequenziati. La Russia sta soffrendo più di altri la diffusione di questa variante. Con un basso tasso di vaccinazioni (solo il 12% della popolazione ha completato il ciclo) casi, ospedalizzazioni e morti stanno aumentando rapidamente dopo che la Delta ha ormai soppiantato la precedente variante Alpha, soprattutto a Mosca, dove sono state introdotte nuove restrizioni. I decessi hanno raggiunto il numero record di 669, dopo il precedente record di 624 registrato a dicembre.
Anche Israele, il paese più protetto al mondo grazie alla su campagna vaccinale, sta vivendo un nuovo aumento dei casi ma non ritenuto preoccupante. Quasi il 60% della popolazione ha infatti completato il ciclo vaccinale e il governo non ha imposto nuove restrizioni, preferendo concentrarsi sulle quarantene di chi viene dall’estero e sulla vaccinazione nelle fasce d’età più basse. Globalmente, sta emergendo con chiarezza la forte correlazione tra vaccinazioni e severità della nuova ondata di variante Delta, in cui si dimostra che entrambe le dosi riescono a prevenire infezioni e malattia severa anche contro una forma del virus più ancora più trasmissibile.