L’ex capo della Nord inguaia il presidente dell’Inter: “Così Marotta mi salvò dalla Digos”

Secondo il pentito Beretta, il presidente dell'Inter fece in modo che i dirigenti nerazzurri non denunciassero minacce ed estorsioni.

L’ex capo della Nord inguaia il presidente dell’Inter: “Così Marotta mi salvò dalla Digos”

Il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, avrebbe “salvato” l’ex capo della Curva Nord, Andrea Beretta, da una denuncia per minacce e probabile tentata estorsione ai danni del suo club. La rivelazione riportata dal Corriere della Sera – che se confermata, sarebbe di una gravità inaudita, perché dimostrerebbe la connivenza della squadra con i vertici della curva, accusati di gestire racket mafiosi, estorsioni, traffico di armi e legami con la ‘ndrangheta –  arriva direttamente dall’ex capo ultras, Beretta, in carcere dal 4 settembre scorso, perché accusato di aver ucciso il rampollo di ‘ndrangheta Antonio Bellocco.

Il pentito Beretta vuota il sacco

Da fine novembre Beretta, per timore di rappresaglie nei confronti suoi e dei suoi familiari da parte della cosca dei Bellocco, ha deciso di collaborare con la procura di Milano. “Intendo collaborare e raccontare tutti i fatti da quando ho preso il comando di Curva Nord, il merchandising, i vari ticketing di Milan e Inter, i parcheggi, i baracchini del food, queste cose qua…”, avrebbe detto ai magistrati.

Da allora sarebbero stati almeno tre gli interrogatori resi da Beretta davanti al procuratore aggiunto milanese Alessandra Dolci e ai pm Sara Ombra e Paolo Storari, titolari dell’inchiesta. Pagine che farebbero luce anche sull’omicidio dell’ex capo della curva, Vittorio Boiocchi, freddato con tre colpi di pistola proprio sotto casa sua il 29 ottobre del 2022 e sui giri per accaparrarsi la gestione dei parcheggi e del merchandising dei nerazzurri, ticketing compreso, per i quali sono finiti in carcere 18 persone (il giudizio immediato inizierà il 20 febbraio 2025).

“Quando Marotta mi salvò…”

Tra le affermazioni messe a verbale, Beretta ha raccontato anche un episodio avvenuto prima di uno Juve-Inter, quando pretendeva dalla società almeno 2000 tagliandi da rivendere a prezzi maggiorati. Tuttavia il Supporter liaison officer (il manager delegato ai rapporti con i tifosi), Massimiliano Silva, era contrario, tanto che i due avevano avuto un durissimo scontro telefonico (“mi hai rotto i co…, vieni qua che ti ammazzo di botte”, riferisce di aver detto Beretta a Silva).

“Serve la carta intestata”

Il dirigente, probabilmente spaventato dalle minacce, racconta l’accaduto agli uomini della Digos, i quali, però, al posto di raccogliere la denuncia, gli avrebbero risposto che avrebbe dovuto presentarla su carta intestata della società. Silva, diligentemente, inizia a scrivere la stessa denuncia su carta intestata, ma viene fermato da un altro dirigente nerazzurro, Claudio Sala, responsabile della sicurezza, che avrebbe insistito, secondo il pentito, per mettere al corrente il presidente Marotta dell’accaduto.

È a quale punto che Marotta avrebbe detto a Silva: “Guardi, se lei vuole fare la denuncia, la fa a nome suo, non con la società”. Ieri è arrivata la smentita del presidente nerazzurro, il quale ha escluso che possa essere avvenuto un episodio del genere, a suo avviso in contraddizione con la politica di proteggere i propri collaboratori e invitarli a denunciare alla Digos i tentativi di condizionamento.

Gip: i verbali dei dirigenti interisti pieni di “reticenze” e “servilismo”

Quella rivelata da Beretta, se riscontrata, è una storia che però confermerebbe quanto scritto dal Gip nella prima ordinanza di arresto che colpì i tifosi nerazzurri. Allora il giudice parlò senza mezzi termini di “reticenze” e “servilismo” nei verbali di dirigenti dell’Inter. In particolare, il gip ricordava come durante una deposizione, Silva avesse spiegato ai pm come Marco Ferdico (numero tre del direttivo della curva nerazzurra, insieme a Beretta e Bellocco, anch’egli in carcere) gli avrebbe imposto di parlare solo con lui e che gli fece incontrare anche una persona a lui sconosciuta, ossia Bellocco.

La soffiata sull’indagine

Non solo: l’intercettazione di una telefonata tra Ferdico e Silva evidenzia come il dirigente avrebbe rivelato l’esistenza di un’indagine in corso sulla curva. Un’informazione che Silva avrebbe appreso “da Cameruccio”, Senior security manager nerazzurro, “grazie alle sue conoscenze”. Lo spauracchio dell’inchiesta allora era stato usato dai manager nerazzurri per opporsi alle richieste degli ultras di ricevere ulteriori abbonamenti e biglietti per la finale di Champions 2023 ad Istanbul (poi ottenuti), da rivendere a prezzi maggiorati. Dal canto suo Sala mise a verbale di essersi “meravigliato” quando la società diede l’ok a fornire gli ulteriori 1500 tagliandi…

Infine, negli atti si annotava anche come Gloria Ferdico, sorella e figlia di Marco e Gianfranco, entrambi arrestati, risultasse “dipendente della società sportiva F.C. Internazionale”.