Libero mercato dell’energia rischio per i consumatori. Può convenire ma, secondo Federconsumatori, permangono problemi di trasparenza e si spende molto di più

Il libero mercato dell’energia rappresenterà a partire dal 1° gennaio 2018 l’unico sistema tariffario esistente in Italia. Ciò significa che verrà raggiunta la totale liberalizzazione del settore e i cittadini avranno a disposizione circa tre anni per arrivarci preparati. Inevitabile sarà il ricorso a strumenti del web per aiutarsi nelle scelte e i servizi di comparazione tra tariffe di energia di supermoney.eu e di altri portali del settore svolgeranno un ruolo chiave. Resta da capire se il nuovo corso rappresenterà per i consumatori un’opportunità o un nuovo salasso. Al momento, la seconda ipotesi sembra essere quella più plausibile.

Il libero mercato non conviene

Il Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione Federconsumatori ha pubblicato l’11° indagine sulle offerte di energia elettrica e gas nel mercato libero e rivelato come, ad oggi, la concorrenza nel settore energetico sia un dedalo di minacce e rischi per i consumatori italiani, costretti a fare i conti con tariffe più salate, scarsa trasparenza e vantaggi limitati.

L’indagine

Per compiere lo studio sul mercato dell’energia, il Centro ha preso in considerazione i prezzi applicati in 19 province italiane per ciò che riguarda il gas e le tariffe di 14 differenti operatori per ciò che riguarda l’energia elettrica. Per la prima indagine è stato posto il caso di una famiglia tipo che consuma 1.400 metri cubi di metano l’anno, nel secondo caso la ricerca si è suddivisa su tre differenti profili di consumo: 1.800, 2.700 e 3.500 kWh l’anno. I prezzi sono stati raffrontati poi a quelli indicati da Aeegsi per ciò che riguarda i costi del mercato a maggior tutela.

Per ciò che concerne il gas, sebbene vi siano variazioni sostanziali di città in città, è stato stimato un risparmio medio permesso dal libero mercato compreso tra l’8 e il 9%. Le vere problematiche emergono nel comparto elettrico: qui le oscillazioni sono ancore più significative e variano anche in relazione alla fascia di consumo considerata.

Nella prima fascia è stato stimato un risparmio medio compreso fra il 3,65 e il 7,16%. Sono state però riscontrate situazioni anomale riguardanti specifiche soluzioni come quella a prezzo bloccato, in cui è stato riscontrato un costo nel libero mercato fino al 28,95% superiore rispetto a quello proposto dal mercato a maggior tutela, a causa anche di clausole particolari e contratti non sempre chiari come dovrebbero essere. Il margine di risparmio, inoltre, si è decisamente ristretto rispetto a novembre 2014. Per ciò che riguarda le tariffe a prezzo bloccato, ad esempio, tale margine è passato dal 13,01% di 7 mesi fa al 6,29% attuale.

Le rilevazioni di Aeegsi

Già alcune settimane fa la stessa Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico aveva pubblicato uno studio relativo al confronto tra le tariffe del libero mercato dell’energia e quelle a maggior tutela, evidenziando come i costi nel primo caso fossero stati, in riferimento al 2013, più cari del 7,9% nel gas e addirittura del 16,70% per l’elettricità. Il settore, evidentemente, brancola ancora nell’incertezza e la de-regolamentazione delle norme porterà a ulteriori sconvolgimenti.