Una nuova ondata di violenza ha scosso la capitale libica, Tripoli, dove negli ultimi giorni si sono registrati intensi scontri armati tra le principali milizie attive nella città. Dopo ore di combattimenti, il governo di unità nazionale guidato da Abdelhamid Dabaiba ha annunciato l’avvio di un cessate il fuoco, nel tentativo di riportare la calma e scongiurare il rischio di un’escalation su vasta scala.
Le tensioni, esplose in seguito all’uccisione del comandante Abdulghani al-Kikli, noto come “Ghaniwa”, hanno coinvolto in particolare la “Forza di deterrenza” (Rada) e la 444ª Brigata di combattimento, le due forze più potenti della capitale. Durante la notte, milizie armate sono state dispiegate in vari punti strategici di Tripoli: dagli ingressi principali della città alla Shatt Road, che conduce all’aeroporto di Mitiga, fino alle zone residenziali di Fashloom e Al-Ghubra. I timori dei residenti sono cresciuti di ora in ora, con la popolazione impaurita da una possibile guerra urbana.
Nelle ultime 48 ore, i combattimenti hanno investito numerosi quartieri civili, tra cui Sidra Road, Janat al-Arif e l’area orientale dell’altopiano. L’avanzata della Forza Rada ha portato all’assedio della caserma Takbali, roccaforte della 444ª Brigata, con l’impiego di artiglieria pesante. Unità armate sono giunte anche da Zawiya, a ovest della capitale, aprendo un nuovo fronte di scontro. I media locali riportano che i miliziani di Rada hanno intimato la resa ai rivali con megafoni, promettendo sicurezza a chi si arrendeva.
Libia, continuano gli scontri a Tripoli tra milizie rivali e il governo corre ai ripari annunciando unilateralmente il cessate il fuoco
In mezzo al caos, la Mezzaluna Rossa libica ha lanciato un appello urgente per l’apertura di corridoi umanitari, segnalando la presenza di famiglie intrappolate nei quartieri colpiti dai combattimenti. L’organizzazione ha chiesto a tutte le parti di rispettare il diritto internazionale umanitario e di garantire la protezione dei civili, mentre la città si trova divisa tra zone sotto assedio e aree inaccessibili.
A cercare di frenare l’escalation è intervenuto oggi il Ministero della Difesa del governo libico, annunciando un “cessate il fuoco in tutte le aree di tensione nella capitale”. L’obiettivo, si legge nella nota ufficiale, è quello di “proteggere i civili, preservare le istituzioni statali ed evitare un ulteriore deterioramento della situazione”.
Secondo quanto riferito, forze regolari e unità neutrali sono state dispiegate nei punti caldi della città per garantire la stabilità e prevenire nuovi attriti tra i gruppi armati. Il Ministero ha anche invitato le parti coinvolte ad astenersi da dichiarazioni provocatorie e da qualsiasi azione che possa riaccendere il conflitto.
La situazione resta però estremamente fragile. Le violenze a Tripoli dimostrano ancora una volta la debolezza dell’equilibrio politico in Libia, un Paese segnato da divisioni profonde e privo di un’autorità centrale riconosciuta da tutte le fazioni. Il cessate il fuoco annunciato rappresenta un primo passo verso la de-escalation, ma resta da vedere se sarà rispettato sul campo.