Liliana Segre attaccata con minacce ed offese sul web: 20 persone denunciate

Liliana Segre ha avuto giustizia dopo le minacce ed offese ricevute nei mesi scorsi sul web. 20 persone sono state denunciate.

Liliana Segre attaccata con minacce ed offese sul web: 20 persone denunciate

Liliana Segre ha avuto giustizia dopo la denuncia dello scorso dicembre. La senatrice a vita aveva subito minacce e ingiurie online verso la fine del 2022. Le indagini si sono concluse e hanno consentito di denunciare 20 persone.

Liliana Segre attaccata con minacce ed offese sul web

Liliana Segre aveva fatto una denuncia il 6 dicembre 2022 ai carabinieri di Milano per minacce e ingiurie on line avvenute tra ottobre e dicembre 2022.“La vita mi ha insegnato a essere libera e senza paura nonostante io sia la più vecchia d’Europa obbligata alla scorta per tutti gli insulti e gli improperi e le minacce di morte che mi vengono fatte”, aveva detto al forum nazionale delle donne ebree d’Italia aveva detto per poi concludere: “poi è anche cattivo augurarmi la morte a 92 anni”.

Venti persone denunciate

Dopo le dovute indagini, la sezione telematica del Nucleo investigativo ha individuato i titolari di una serie di profili anonimi da cui la Segre aveva ricevuto ingiurie. Gli identificati sono 17 uomini e 3 donne, tra i quali liberi professionisti, medici, assicuratori, infermieri, di varia estrazione sociale. Tra le persone denunciate c’è anche lo chef Rubio per un tweet dove accusava la senatrice a vita: Palestinesi? ‘Non mi occupo di politica’. Cit. Liliana Segre. Vedo che però te ne occupi quando si tratta degli ucraini. Lasciami dire che il tuo silenzio sistematico nei confronti della pulizia etnica che il popolo palestinese sta subendo da 74 anni è disgustoso.

Quattro indagati risiedono in Calabria, tre in Veneto, altri tre in Piemonte, tre ne Lazio e uno a Milano. Dalle indagini non sono mersi gruppi organizzati, anche se ricorrono idee no vax oltre che antisioniste e antisemite. Tra loro un agente di commercio, svariati disoccupati, alcuni liberi professionisti, due medici (un oncologo) e un’infermiera, forse appartenenti all’ala no-vax, dato che sul tema dei vaccini la Segre si era espressa pubblicamente.

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