L’inchiesta non ferma Salvini. “Avanti tutta con la Diga di Genova”

Le opposizioni unite chiedono di sospendere i lavori Il ministro: “Fermare i lavori della Diga di Genova sarebbe un danno al Paese”.

L’inchiesta non ferma Salvini. “Avanti tutta con la Diga di Genova”

Gli allarmi sul possibile collasso della struttura della Diga? Inutili. I test di tenuta in ritardo di oltre otto mesi? Trascurabili. I rilievi dell’Anac? Sorpassati. L’inchiesta che ha portato il presidente della Regione Liguria agli arresti domiciliari? Non possono fermare un’opera fondamentale per il Paese. In estrema sintesi, sono le risposte date ieri dal ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, interrogato sulla Diga foranea di Genova, durante il question time alla Camera. Un’opera da 1,3 milioni di euro, nata male, e che dopo lo scoppio della Tangentopoli genovese dovrebbe imporre più di una riflessione. Ma non per il Capitano. Perché lo chiede il Paese.

“Fermare i lavori della Diga di Genova sarebbe un danno per il Paese”

“Fermare i lavori della diga significherebbe fermare lo sviluppo della Liguria, del nostro territorio e la competitività dell’Italia, l’opera dovrà proseguire a pieno ritmo secondo il cronoprogramma”, ha detto chiaro Salvini, aggiungendo quanto va ripretendo da settimane: “Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ma le inchieste a Genova come a Bari non possono fermare l’Italia e pertanto nel pieno rispetto dell’autorità giudiziaria i lavori dovranno proseguire”. Perché fermare i lavori “sarebbe un danno per il Paese”.

Venerdì Salvini sarà alla cerimonia della posa del cassone

E, nonostante mezzo governo abbia briblato l’appuntamento, Salvini ha confermato la sua presenza alla cerimonia (molto ridimensionata rispetto ai piani originari, fatti prima della deflagrazione dell’inchiesta) di posa del primo cassone. “Questo venerdì sarò a Genova per la posa in acqua del primo cassone per dimostrare ancora una volta come il nostro obiettivo sia quello di modernizzare il Paese”, ha detto convinto, “penso che di fronte ad un intervento strategico per l’intero Paese, come la diga di Genova, nessuno di noi possa prendersi la responsabilità di strumentalizzare una inchiesta, tutt’ora in corso, solo per fermare un’opera che porterà lavoro e ricchezza al Paese”, ha concluso il ministro.

Ma l’Autorità di porto è senza un capo

Tuttavia, per tenere in piedi l’operazione Diga, non basta la volontà di ferro e la convinzione di agire per il bene del Paese. Serve anche un’Autorità di porto nel pieno delle sue funzioni. Il problema è che l’inchiesta sulle tangenti l’ha decapitata: l’ex presidente Emilio Paolo Signorini e in carcere dal 7 maggio e il commissario straordinario, Paolo Piacenza, è indagato. “L’avvio delle procedure per la selezione del presidente dell’Autorità portuale rappresenta un’assoluta priorità e confermo che a breve sarà pubblicato un bando”, ha detto Salvini.

Tuttavia il presidente a oggi non c’è. Il ministro ha pensato di ovviare, inviando all’Autorità gli ispettori del Mit (“l’attività della commissione rientra nell’ambito dell’esercizio delle funzioni di vigilanza del ministero, in particolare riguarderà le procedure di rilascio degli atti di concessioni demaniali da parte della suddetta autorità”, ha detto), ma in molti hanno messo in dubbio l’autorità e i poteri dei commissari.

I dubbi delle opposizioni

“Non si capisce quale sia il mandato esatto degli ispettori ministeriali”, ha attaccato Andrea Orlando (Pd), “Devono occuparsi delle concessioni? Benissimo. E della Diga se ne devono occupare o no? Perché se se ne devono occupare, lei ne deve aspettare almeno altri 4 mesi prima di mettere altri soldi ed esporre gli amministratori a responsabilità erariali. Se invece non se ne occupano, allora lei sta dicendo che mette la faccia sulla correttezza di questa procedura e se ne assume una responsabilità politica enorme”.

Altrettanto tranchant i parlamentari genovesi del M5S Luca Pirondini e Roberto Traversi, che in una nota sottolineano: “La posa del primo cassone ci sarà lo stesso, con buona pace di tutti quei tecnici ed esperti che da mesi rimarcano i rischi di collasso geotecnico della struttura, con conseguenze potenzialmente devastanti. Se dovesse accadere qualcosa, saranno gli unici e inequivocabili responsabili di eventuali accadimenti nefasti. L’insistenza su questo progetto palesemente sbagliato ha dei tratti grotteschi e inquietanti”.