L’inciampo di Letta. Arriva lo sgambetto dei sindacati

di Filippo Conti

Non bastavano le pressioni di Pdl e Pd. Ora ci si mettono anche i sindacati a ricattare il governo. E a disturbare il manovratore. Ovvero Enrico Letta. Che rischia di trovarsi contro una mobilitazione in piazza. L’avvertimento arriva dal principale sindacato italiano, la Cgil. Con Susanna Camusso che minaccia manifestazioni contro l’esecutivo se la legge di stabilità, così com’è stata presentata, non cambierà. “Bisogna redistribuire il reddito e ridurre le tasse sul lavoro dipendente e sulle pensioni. Se la legge di stabilità non darà risposte in questo senso non si potrà procedere che con la mobilitazione unitaria”, afferma Camusso. Che invoca “la convocazione di un tavolo”.
Una nuova tegola sull’esecutivo, dopo un fine settimana burrascoso in cui il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni è stato a un passo dalle dimissioni per le pressioni dei partiti contro l’aumento dell’Iva. Aumento non evitabile, secondo il ministro. Messo nel mirino dal Pdl. Con Letta costretto a difenderlo. Ma la partita sull’Iva non è ancora finita. Perché il partito berlusconiano e una parte del Pd non si rassegna all’innalzamento di un balzello che va a colpire la carne viva dell’Italia produttiva. Su questo fronte a Saccomanni arriva anche la sponda di Confindustria. “Le sue dimissioni non sono in agenda”, sottolinea il ministro Maurizio Lupi.
La Camusso, però, non si incaglia sulla polemica Iva-Imu, ma fa un ragionamento più articolato. Con una critica a tutto campo dell’operato del governo. “L’esecutivo sta galleggiando e finora non ha aggredito il nodo fondamentale, quello dell’ingiustizia nella distribuzione del reddito e della sovrabbondante tassazione su lavoro e pensioni”, osserva Camusso. Secondo cui “Iva e Imu non risolvono la questione”. Per questo motivo “o la legge di stabilità affronterà questo problema oppure i sindacati, uniti, devono mobilitarsi”. Perché si tratta “solo di volontà politica”. Dal sindacato già in precedenza erano giunte critiche all’esecutivo. Ma è la prima volta che si usa la parola “mobilitazione”. Scioperi in vista, dunque, o manifestazione di piazza?
Quel che sembra certo è che la luna di miele di Letta, da tempo finita con i partiti, sembra terminata anche con i sindacati. I quali finora avevano tenuto un atteggiamento soft nei confronti della politica economica di Letta e Saccomanni.
A sentire Camusso, non sarà più così. E per il governo, già costretto a muoversi sulle sabbie mobili tra la decadenza di Berlusconi e le polemiche sull’Iva, un autunno caldo sarebbe proprio l’ultima cosa auspicabile. Letta farà di tutto per evitarlo. Per questo motivo a Palazzo Chigi si pensa di accettare l’apertura di un tavolo con le parti sociali, così come richiesto dalla Camusso. Anche i partiti, però, vogliono dire la loro. Così Renato Brunetta ha accettato di buon grado la proposta del presidente commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, che ha invitato Saccomanni ha creare una cabina di regìa del governo per discutere le priorità sulla distribuzione delle risorse. Insomma, dove tagliare e come spendere. Idea che a Palazzo Chigi ha provocato una certa irritazione.

L’assist di Squinzi: il blocco dell’Iva non è una priorità

Il congelamento dell’aumento dell’Iva fino al dicembre 2013 non è la priorità, piuttosto serve un intervento sul cuneo fiscale. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, appoggia il governo schierandosi apertamente con il ministro dell’Economia Saccomanni. “Secondo me – ha detto il leader degli industriali riferendosi all’Iva – non è la cosa prioritaria. Noi da tempo stiamo chiedendo ad alta voce, con tutte le nostre forze, il pagamento dei debiti alla pubblica amministrazione e un intervento deciso sul cuneo fiscale. Secondo noi questo darebbe una spinta maggiore per far ripartire l’economia”. Per il leader degli indutriali il dibattito sull’Iva rappresenta unicamente un tema da campagna elettorale. La ripresa è un’altra cosa.