L’Isis non arretra. A Mosul la resistenza si fa più forte: l’avanzata dell’esercito irachena si ferma

La speranza di un'avanzata veloce si sta infrangendo contro la resistenza tenace dell'Isis. La riconquista di Mosul si sta rivelando complicata.

La speranza di un’avanzata veloce si sta infrangendo contro la resistenza tenace e organizzata dell’Isis. La riconquista di Mosul, la seconda città più grande dell’Iraq, si sta rivelando più complicata rispetto alle prime ore, quando l’esercito iracheno, grazie ai peshmerga curdi, ha strappato una serie di villaggi controllati dai miliziani del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi.

La battaglia più dura si sta registrando nei pressi della città di Hamdaniya, non lontano da Mosul, avamposto fondamentale per accerchiare la città-roccaforte dell’Isis. I bombardamenti della coalizione hanno colpito le postazioni dei terroristi prima di provare a sferrare l’offensiva decisiva via terra. Ma il problema, riferiscono fonti militari, è che si tratta di un centro abitato con migliaia di civili, che potrebbero essere usati come scudi umani dai combattenti islamisti. In pratica un antipasto di quanto potrà accadere nella battaglia per Mosul.

“Le prime indicazioni sono chiare: le forze irachene hanno raggiunto i loro obiettivi fino ad ora. E lo hanno fatto prima del previsto”, ha affermato Peter Cook, l’addetto stampa del Pentagono, facendo un iniziale bilancio delle operazioni. Certo, i rapporti di forza sono decisamente favorevoli all’esercito regolare con circa 30mila soldati a disposizione contro al massimo 5mila combattenti fedeli al Califfo. Che però hanno un vantaggio strategico: si stanno preparando da mesi alla difesa della loro roccaforte. Perché l’attacco iracheno era ampiamente previsto.