L’Isis spara sui turisti. Nuova strage in Tunisia. Attaccati due resort di Susa: 38 morti. Sale l’allerta anche in Italia

I servizi di sicurezza internazionali la temevano. Avevano previsto una serie di attentati clamorosi durante il mese sacro dell’Islam ad opera dei miliziani del Califatto che celebrano proprio in questi giorni l’anniversario dell’esistenza del loro “Stato” sovranazionale: il Daesh. Il Paese ad essere stato colpito dalla violenza jihadista, oltre a Francia e Kuwait, è la Tunisia. Una nazione trafitta dall’Isis solo due mesi fa, quando i terroristi assaltarono il museo del Bardo uccidendo 23 persone, tra cui quattro italiani. Nell’attacco di ieri, invece, i tagliagole hanno preso di mira la spiaggia di due resort di lusso a Susa, nel golfo di Hammamet. Spari sulla spiaggia, scene di panico e turisti chiusi nelle camere dell’hotel Imperial Marhaba. Almeno 38 persone sarebbero rimaste uccise secondo fonti del ministero degli Interni. I turisti uccisi sarebbero almeno sette. Una ventina i feriti. L’assalto sarebbe stato condotto da almeno due terroristi, uno dei quali, armato di kalashnikov, è stato ucciso dalle forze di polizia in uno scontro a fuoco avvenuto sulla spiaggia. L’altro attentatore si è dato alla fuga ed è stato poi catturato. Secondo testimoni oculari, i due terroristi sarebbero arrivati via mare a bordo di un gommone e avrebbero fatto irruzione sulla spiaggia. A quel punto uno dei due avrebbe aperto il fuoco con granate e nascondeva il kalashnikov sotto un ombrellone che aveva in mano. “Era un giovane vestito in short, sembrava un turista”, ha riferito un impiegato dell’hotel. La polizia avrebbe intanto identificato il primo attentatore ucciso nell’attacco: si tratterebbe di un cittadino tunisino originario della città di Gaafour, nel Governatorato di Siliana. Insomma, un attacco ben più grave rispetto a quello della fine di ottobre del 2013, quando, proprio a Susa, un kamikaze si fece esplodere sulla spiaggia davanti al Rihad Palm, uno degli hotel più famosi della città. Nell’attentato morì solo il kamikaze e nessuno rimase ferito.

LA REAZIONE
Ajmi Lourimi, deputato per Susa di Ennahdha, il movimento del Rinascimento, un partito islamista moderato, non era in città al momento dell’attacco di ierii ma, mentre rientrava, ha spiegato: “Non ci sono state avvisaglie di attentati, non so se i Servizi potessero avere delle informazioni, ma per quanto ci riguarda non c’era niente che potesse indicarlo. D’altronde i terroristi, quali che siano le misure di sicurezza adottate, colpiscono sempre là dove meno ce lo si aspetta”. Tutta la Tunisia è in stato di allerta, come dopo la strage del Bardo, ma la soluzione non può essere cercata solo nel Sahel: “Occorre una strategia globale per questa piaga. Se dobbiamo vincere contro il terrorismo, occorre passare all’attacco e non essere soltanto attaccati”.