Le Lettere

L’Italia cenerentola Ue

Mi sbaglierò, ma ho l’impressione che dalla pandemia in poi la povertà in Italia sia cresciuta molto. Vedo situazioni di grande disagio che prima non c’erano.
Simonetta Furlan
via email

Gentile lettrice, non si sbaglia. Quello della povertà crescente è un fenomeno che viene da lontano, dagli anni ’90. Nel periodo ‘92-22 l’Italia è stato l’unico Paese d’Europa a registrare una caduta dei salari reali (– 2,9%), mentre ovunque sono cresciuti molto (Danimarca +38%, Germania +33%, Francia +31, Grecia +30,5%, per fare alcuni esempi) creando così un abisso tra loro e noi. Non sorprende dunque che dalla pandemia del 2020 abbiamo il record europeo per aumento della diseguaglianza tra ricchi e poveri. Lo attesta uno studio di Oxfam, la rete delle Non-Profit, pubblicato giorni fa. Vi si legge che nel 2022 l’1% della popolazione italiana deteneva il 13,6% del reddito totale mentre in Europa l’equivalente percentuale era dell’11,5%. Con la pandemia, nota Oxfam, un milione di famiglie è caduto nella povertà assoluta e il dato sarebbe stato “più grave se il governo (il Conte 2, ndr) non avesse potenziato le misure esistenti (Reddito di cittadinanza, ndr) e messo in campo strumenti emergenziali di supporto al reddito”. Oxfam critica l’abolizione del RdC e nota che è aumentata l’incidenza dei “poveri da lavoro”, coloro che pur lavorando sono sotto la linea di povertà relativa, guadagnando meno del 60% del reddito mediano nazionale. Intanto la Lista Forbes si è arricchita di 13 nuovi miliardari italiani. Oggi i 40 italiani più ricchi detengono l’equivalente della ricchezza complessiva di 18 milioni di nostri concittadini.

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