L’Italia continui le riforme. Il Pil può volare pure del 10%. Il bollettino della Bce spinge Palazzo Chigi. E ricorda che sui conti Bruxelles ci ha graziato

L’Italia ha bisogno di altre riforme per accrescere il prodotto potenziale. Quello che si è fatto su mercato del lavoro e liberalizzazioni va bene, ma andando avanti per questa strada si potrebbe puntare a una crescita del Pil del 10% nel lungo periodo. Una crescita che oggi è difficilmente persino immaginabile. l’alternativa è restare al palo, in una situazione che vede aumentare gli squilibri interni in molti Paesi Ue. La crescita economica infatti si rafforza grazie all’indebolimento dell’euro e al calo del prezzo del petrolio, ma la disciplina di bilancio che ha allargato le sue maglie sta concedendo grandi deviazioni agli Stati membri, acuendo perciò gli squilibri dei conti già presenti. A fare questa fotografia è il tradizionale bollettino della Bce, che in questa circostanza oscilla tra la positività per il momento economico in miglioramento e un richiamo alle decisioni prese da Bruxelles sui bilanci dei Paesi, quando in nome della flessibilità non sono state aperte possibili procedure d’infrazione.

COMMISSIONE GENEROSA
Italia e Belgio, graziati dalla Commissione, sono quindi riprese da Francoforte. “Continua ad esservi un notevole scostamento dallo sforzo strutturale richiesto nell’ambito della regola del debito”, è riportato nel bollettino, anche se la Ue ha deciso di non aprire una procedura di deficit eccessivo senza tener conto, “quale fattore aggravante, dell’insufficiente risanamento” nel 2014-2015. Parole alle quali ha replicato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ricordando come la regola del debito “si rispetta, come detto anche dalla Commissione Ue, anche se si fanno le riforme in modo deciso”. Intervenendo a un convegno alla Luiss di Roma, Padoan ha infatti precisato che “l’applicazione meccanica delle regole del debito sarebbe controproducente”. E a criticare Francoforte questa volta è arrivata pure Bruxelles. “La Commissione – ha detto il vicepresidente Valdis Dombrovskis – è al corrente delle critiche della Bce e continuerà a monitorare regolarmente il rispetto della regola del debito per Italia e Belgio”.

PIÙ OCCUPAZIONE
Tornando al bollettino, la Bce prevede che i mercati del lavoro dell’area dell’euro “dovrebbero migliorare ulteriormente nel breve e medio periodo”. La situazione occupazionale infatti “sta migliorando gradualmente”. A livello di singoli Stati, oltre agli sviluppi del mercato del lavoro tedesco, la crescita dell’occupazione è stata, in larga misura, trainata dai miglioramenti nei paesi che mostrano attualmente i tassi di disoccupazione più alti, quali Spagna, Portogallo e Grecia. Segnali incoraggianti, dunque, anche per il Belpaese dove effettivamente qualche segnale di inversione si è visto. Per la Bce, nonostante i risultati delle indagini sul settore si confermino a livelli bassi, “suggeriscono comunque un continuo miglioramento dell’occupazione al volgersi del 2015”. Situazione sulla quale pesa però l’incognita della Grecia.