L’Italia torna zona rossa fino all’Epifania. Spostamenti vietati. A Capodanno coprifuoco dalle 22 alle 7. L’Iss: “Incidenza molto elevata ancora tre regioni ad alto rischio”

L’Italia torna zona rossa fino all’Epifania. Spostamenti vietati. A Capodanno coprifuoco dalle 22 alle 7. L’Iss: “Incidenza molto elevata ancora tre regioni ad alto rischio”

L’Italia torna zona rossa, per gli ultimi 6 giorni di lockdown previsti per le festività natalizia. Le misure di contenimento saranno in vigore fino all’Epifania, con un solo giorno arancione, il 4 gennaio. Il Capodanno sarà sorvegliato speciale da parte delle forze dell’ordine. Sarà possibile, una sola volta al giorno, spostarsi per fare visita a parenti o amici, pure verso altri Comuni, entro la stessa regione, tra le 5 e le 22 e nel limite massimo di due persone, oltre i figli minori di 14 anni e le persone disabili o non autosufficienti conviventi. I negozi non ritenuti attività essenziale saranno chiusi e i ristoranti potrà lavorare solo da asporto. Spostamenti vietati nelle ore del coprifuoco, cioè a partire dalle 22, se non per comprovate esigenze di lavoro, di salute o di necessità e urgenza. Coprifuoco che nella notte di San Silvestro non terminerà alle 5 bensì alle 7 di domani. Nei giorni rossi sarà possibile andare in altre regioni per tornare nella propria residenza o per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità. I trasgressori rischiano multe dai 400 ai 1.000 euro.

L’ultimo report del Ministero della Salute e dell’Iss

Ancora in aumento l’indice Rt in Italia, che sale da 0,90 a 0,93: è la terza settimana consecutiva di aumento. A riferirlo è il report settimanale del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, riferito al periodo 21-27 dicembre. In 4 regioni (Basilicata, Calabria, Liguria e Veneto) è sopra 1, in Puglia e Lombardia è a 1. “La Regione Veneto oltre ad un Rt puntuale maggiore di uno si accompagna ad una incidenza particolarmente elevata. Nella settimana di monitoraggio si osserva una diminuzione generale del rischio, principalmente dovuta a una lieve riduzione nei tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e aree mediche”. In particolare, nove Regioni sono classificate a rischio Basso. Undici Regioni/PPAA sono classificate a rischio Moderato, di cui tre (Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e Veneto) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità. Una Regione (Sardegna) ha una classificazione del rischio Non Valutabile – equiparato a rischio alto – data la bassa percentuale di completezza dei dati.

“Le Regioni Calabria, Liguria e Veneto – riferisce ancora il monitoraggio – hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 2. Questo desta particolare preoccupazione e pertanto si esorta a considerare di applicare le misure previste, per i livelli di rischio attribuiti, anche alla fine di queste festività come descritto nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale” trasmesso con Circolare del Ministero della Salute”.

“Continua il segnale di controtendenza nell’indice di trasmissione segnalato nelle due precedenti settimane nell’intero Paese. Questo – si legge ancora nel report dell’Iss – si realizza in un contesto europeo caratterizzato da un nuovo aumento nel numero di casi in molti paesi Europei e la comparsa di varianti virali segnalate con una potenziale maggiore trasmissione. L’epidemia in Italia si mantiene grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali. Complessivamente – sottolinea il documento – l’incidenza in Italia rimane ancora molto elevata e l’impatto dell’epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte del Paese. Il valore è ancora lontano da livelli (50 casi per 100.000 in sette giorni) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”.

Nell’ultima settimana, scrivono ancora Iss e ministero della Salute, “si osserva una diminuzione generale dell’impatto della epidemia nei servizi assistenziali, con i tassi di occupazioni dei posti letto in terapia intensiva e aree mediche sotto la soglia critica a livello nazionale per la prima volta dalla fine di ottobre”. Ma sono ancora 10 le Regioni in cui è segnalato “un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica”. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve diminuzione da 2.731 (21/12/2020) a 2.565 (28/12/2020); anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito passando da 25.145 (21/12/2020) a 23.932 (28/12/2020). “Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali”.

“E’ complesso prevedere l’impatto che potrebbe avere il periodo di feste natalizie – sottolinea ancora il report -, tuttavia le aumentate mobilità e interazione interpersonale tipica della socialità di questa stagione potrebbero determinare un aumento rilevante della trasmissione di SARS-CoV-2. E’ fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi”.

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