ll giurista anti-burocrazia che votava a sinistra. Ecco chi è Giuseppe Conte, possibile premier dell’Esecutivo giallo-verde

“Conte chi?”, si sarà chiesto qualcuno memore della famosa uscita di Matteo Renzi sull’allora viceministro dell’Economia Stefano Fassina. In pole per Palazzo Chigi, Quirinale permettendo, Lega e M5s hanno messo Giuseppe Conte (che i grillini avevano indicato come loro ministro della Pa e a cui Luigi Di Maio aveva dato l’incarico di scrivere il programma elettorale sulla giustizia).

Cinquantaquattro anni, nato a Volturara Appulla (Foggia), Conte vive a Roma, dove è il titolare di un grande studio legale, e insegna a Firenze diritto privato. Il suo curriculum accademico è di quelli pesanti: laurea in Giurisprudenza all’Università di Roma, poi una sfilza di master e perfezionamenti in giro per il mondo (Yale, Vienna, Sorbona, New York University). Nell’88, anno in cui ha conseguito la laurea, Conte era già stato inserito nella commissione istituita a Palazzo Chigi per la riforma del codice civile. Non si contano le collaborazioni con riviste giuridiche, università di paesi stranieri, i libri e gli articoli pubblicati. Inoltre, è stato componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, carica dalla quale si è dimesso quando Luigi Di Maio lo ha voluto tra i suoi ministri.

Per avere un’idea del suo orientamento, è sufficiente dare un’occhiata alle sue dichiarazioni durante la presentazione della squadra di Governo del M5s. “Primo: bisogna drasticamente abolire le leggi inutili, che sono molte più delle 400 indicate da Di Maio – diceva Conte –. Secondo: bisogna rafforzare la normativa anti-corruzione prevedendo quelle iniziative che si muovono nello spazio oscuro che precede la corruzione. Terzo: bisogna rivedere, pressoché integralmente, la riforma della cattiva scuola”.

Prima del colpo di fulmine per i 5S, Conte è stato un elettore della sinistra: “In passato ho votato a sinistra. Oggi penso che gli schemi ideologici del ‘900 non siano più adeguati. Credo sia più importante valutare l’operato di una forza politica in base a come si posiziona sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. E sulla sua capacità di elaborare programmi utili ai cittadini”.