“Diritti e doveri, occorre trovare un giusto compromesso fra questi due elementi in un reciproco gioco che li rafforzi entrambi. Si è più forti e più credibili sui diritti se si dimostra di esserlo altrettanto sui doveri”. È realista il consigliere e coordinatore regionale del Partito Democratico in Emilia Romagna Paolo Calvano: “La politica è anche ‘empatia’: i cittadini vanno ascoltati, non bisogna commettere l’errore di derubricare come ‘percezioni errate’ quelle relative alla sicurezza e ai temi dell’integrazione e dell’immigrazione. La voce dei cittadini va ascoltata sempre. La Lega l’ha ascoltata ma ha strumentalizzato la paura, questa è la differenza fra noi e loro”.
Il segretario Zingaretti propone di inserire nell’agenda di governo lo ius soli e lo ius culturae e lo fa alla Convention del Pd a Bologna, in piena campagna elettorale, in un momento non semplice, in cui perdere una storica roccaforte rossa sarebbe un duro colpo. Secondo lei la tempistica è stata quella giusta?
“Per parlare di diritti non c’è un tempo giusto e uno sbagliato. Però il Pd deve essere anche consapevole che occorre parlare anche di ‘doveri’: su questo abbiamo investito molto in Emilia Romagna in questi anni di legislatura di Stefano Bonaccini. Quando abbiamo introdotto nel nostro territorio il reddito di solidarietà, ancor prima del reddito di cittadinanza, abbiamo pensato di offrire un diritto, che è quello ad avere un’esistenza dignitosa, ma al contempo chiedevamo ai cittadini anche un dovere, cioè quello ad impegnarsi a rimettersi in gioco. Se affrontiamo il tema dei diritti in questo modo diventa più facile portare avanti le battaglie”.
Però il governatore uscente Bonaccini è stato chiaro in merito, le sue priorità in questo momento sono un grande piano di prevenzione contro il dissesto idrogeologico e cambiare la plastic tax…
“I cittadini della nostra regione ci stanno chiedendo delle cose concrete, una delle priorità è la sicurezza ambientale, sentirsi sicuri nell’ambiente in cui vivono: il piano presentato al Governo di 102 milioni di euro per 89 interventi di prevenzione del rischio idrogeologico e messa in sicurezza del territorio che riguardano tutte le province per noi è prioritario, così come lo è il lavoro. La nostra è una terra ‘virtuosa’, la disoccupazione è al 5% ma occorre intervenire laddove la percentuale è più alta rispetto alla media regionale, ci sono zone periferiche che soffrono più di altre. Lo abbiamo fatto in questi cinque anni e vogliamo continuare a farlo: abbiamo messo in campo una strategia per le aree interne, cioè un rilancio delle zone meno urbanizzate attraverso progetti di investimento condivisi con l’Europa. Quello a cui teniamo molto è che non vi sia nessun conflitto fra lavoro e ambiente, come purtroppo avviene altrove, penso al caso ex Ilva”.
Salvini sta iper personalizzando la campagna elettorale, utilizzando anche temi di politica nazionale. Come può fare Bonaccini a far emergere la sua visione ‘locale’?
“Dopo il 26 gennaio non ci sarà più Salvini, rimarranno o Stefano Bonaccini o Lucia Borgonzoni. Per rendere il voto più consapevole possibile è giusto che il confronto sia fra loro due sempre, non solo in tv stasera (su Rai Tre a Cartabianca, ndr). Gli emiliano-romagnoli vogliono molto bene alla loro terra e sanno che quel giorno saranno a chiamati a decidere sul loro futuro non su quello del governo Conte. Lo hanno già dimostrato alle scorse amministrative, in cui si è votato in coincidenza con le europee. Nonostante il fortissimo ‘vento’ pro destra, l’80% dei comuni è andato al centrosinistra. Peraltro con le cose concrete che abbiamo fatto in questi anni, e che stiamo facendo, siamo in grado di parlare sia ad elettori di destra che di sinistra ed anche ad una fetta consistente di elettori del M5S”.
Vi auspicate che vi sia un’alleanza con il Movimento sul territorio?
“Con i 5Stelle siamo pronti a parlare ma proveremo a parlare al loro elettorato anche nel caso dovessero prendere altre strade, abbiamo fatto anche cose insieme al Movimento quindi, se per caso dovesse nascere un’alleanza, qui non sarebbe una cosa dell’ultimo minuto”.
Rispetto al flash mob delle ‘sardine’, che ha avuto un grande successo, il Pd può provare a capire perchè questi ragazzi hanno sentito l’esigenza di scendere in piazza?
“Innanzitutto credo che sia una cosa straordinaria, da brividi, nella quale c’è l’essenza stessa della motivazione che spinge un giovane ad impegnarsi in politica: cambiare le cose, e dare un contributo in maniera spontanea. Sicuramente questi ragazzi hanno dato a tutti una scossa ed un’energia straordinaria. Noi dobbiamo avere la capacità e l’umiltà di metterci in ascolto, di intercettare le loro istanze, non metterci il ‘cappello’ ma confrontarci con loro. Dovrebbero farlo tutti invece di denigrarli come stanno facendo gli esponenti della Lega”.