Lo Stato paga troppi farmaci. Al via risparmi per due miliardi. La ministra Grillo riduce i medicinali omologhi. I soldi recuperati andranno agli ospedali

Dopo gli ospedali e le liste d’attesa la ministra della Salute detta le nuove regole sui farmaci

Nessun taglio, ma solo una distribuzione più funzionale delle risorse. Dopo gli ospedali e le liste d’attesa la ministra della Salute Giulia Grillo detta le nuove regole sui medicinali. E parte dalla revisione del prontuario farmaceutico per risparmiare diminuendo i doppioni. La nuova governance inizia subito con lo stop ai medicinali omologhi, doppioni appunto, contenimento della spesa e promozione all’uso dei generici, visto che gli italiani spendono un miliardo di tasca loro per comprare i farmaci di marca, e anche dei biosimilari, che stanno entrando sul mercato grazie alla scadenza dei brevetti dei biologici.

Il tutto dovrebbe portare, così ha stimato la ministra, a un risparmio di due miliardi per le casse dello Stato. Soldi che poi potranno essere reimpiegati diversamente. Il testo vuole essere la bussola per le politiche di riorganizzazione del sistema ed è il risultato del tavolo guidato da Silvio Garattini, farmacologo del Mario Negri, e da Francesca Tosolini, coordinatrice del tavolo delle Regioni. “Non possiamo avere in Italia 21 farmaci antidepressivi e non sapere se ce n’è uno che funziona meglio degli altri. Stesso discorso per gli antidolorifici o le medicine contro la gastrite. E non è accettabile che il Servizio sanitario nazionale spenda 280 milioni l’anno per la vitamina D che non cambia il numero di cadute nè quello delle fratture negli anziani”, ha spiegato Garattini. Per lo scienziato sono troppe anche 25 aziende che producono tutte lo stesso farmaco. Con un nome diverso, ma uguale nell’effetto. Certo più medicinali sono buoni per il mercato, ma meno per tasche e salute.

La soluzione, ha spiegato ancora Garattini, è che se un farmaco funziona meglio degli altri, nel prontuario si mantiene solo quello. E se questi farmaci sono tutti uguali si sceglierà quello che costa di meno. Il ministero punta il dito anche sull’importanza dell’informazione sui medicinali, perché ad oggi c’è solo quella che fa l’industria. Si punterà dunque ad un’informazione indipendente, compito dell’Aifa. Presentando le nuove linee guida, Grillo ha auspicato che anche le Regioni dove attualmente si registrano maggiori criticità, riescano a seguire l’esempio di quelle più virtuose. Come ad esempio la Campania che spende il 20 per cento pro capite ogni anno più della Lombardia per i farmaci.

In questo modo per la ministra il risultato sarà che le spese potranno essere più contenute e le risorse riallocate diversamente. Sul piano è intervenuto il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, che in disaccordo su alcuni punti, ha chiesto un “margine per inserire più scientificità nel ragionamento”. “Mi dispiace sentire che tutti i farmaci sono uguali, mi dispiace per la ricerca e per i malati. I malati sono diversi e ognuno di loro ha bisogno di un certo farmaco”., ha commentato. Scaccabarozzi si è detto poi in disaccordo pure rispetto alla stima sui risparmi ipotizzata dallla ministra: “Dei farmaci convenzionati, il 90% ha il brevetto scaduto. Difficile che si possa risparmiare in quel settore”, ha concluso.