L’offerta di B

di Gaetano Pedullà

L’apertura di Grillo sulle Riforme ha costretto Berlusconi a rilanciare, tornando a spolverare il presidenzialismo. Troppa grazia, ma in politica spararle grosse spesso paga. Oggi il suo capogruppo al Senato, Romani si vedrà con il ministro Boschi. E l’accordo di fronte a un’offerta cosi profonda sarà impossibile. Renzi – uno a cui il presidenzialismo, c’è da scommetterci, piace da impazzire – ieri l’ha già detto. Questo tema adesso è inopportuno. Dunque per andare avanti nelle riforme il premier dovrà rivedere personalmente l’ex Cavaliere. E trattare. Sulle riforme e su chissà che altro. L’alternativa è lavorare con Grillo, prospettiva che nel Pd non eccita nessuno. Il passaggio però è centrale, perché i nodi vengono al pettine e il nodo della riforma del Senato ci ricorda che Renzi ne aveva promesso l’approvazione almeno in un ramo del Parlamento entro il 25 maggio. Poi si corresse dicendo che non ci si poteva impiccare a una data. Ma ora abbiamo scavallato le Europee, le amministrative e la pausa estiva è alle porte. La luna di miele degli italiani è dolce a Palazzo Chigi, ma nessuno come il premier sa che i grandi amori possono diventare grandi delusioni. Accordo e andare avanti, dunque, oppure uscire dall’imbuto e tornare presto alle urne: il leader del Pd ormai è al bivio. Qui, d’altronde, c’è una crisi che resta pesante e una leadership europea alla quale gli euroscettici non hanno insegnato niente. Ci arriva così l’ennesima procedura d’infrazione per i debiti non pagati dalle pubbliche amministrazioni. Il Governo se l’è presa con Tajani. Ma la promessa di pagare presto l’aveva fatta Enrico Letta e confermata Renzi. O no?