Lollobrigida proprio non ce la fa ad accettare l’antifascismo: “Termine troppo generico, in tanti anni ha portato a morti”

Per il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il termine antifascismo è "troppo generico e ha portato in tanti anni a morti".

Lollobrigida proprio non ce la fa ad accettare l’antifascismo: “Termine troppo generico, in tanti anni ha portato a morti”

Guai a dirsi antifascisti. Per le destre il principio è sempre lo stesso: non bisogna rinnegare più di tanto il ventennio, a costo di incappare in qualche gaffe. Come avvenuto per il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, durante la puntata di In Mezz’ora, su Rai 3.

Per il ministro il termine “antifascismo” è “troppo generico” e addirittura avrebbe “portato in tanti anni a morti”. Inoltre, per non farsi mancare niente, l’antifascismo sarebbe “difficilmente rappresentativo di tutti”, perché “la violenza perpetrata in questi giorni da chi si dichiara antifa e gira l’Europa a sprangare gente o nelle università che impedisce lo svolgimento delle sedute del senato accademico non ci appartiene”. 

Le parole di Lollobrigida sull’antifascismo

Insomma, per Lollobrigida la soluzione è semplice: evitare di citare il termine antifascista, ignorando il fatto che è ciò su cui si basa la Costituzione. Il ministro prosegue: “La Costituzione è il valore fondante di chi è antitotalitario e quindi antifascista nei fatti, la parola antifascista purtroppo ha portato in tanti anni a morti”.

Il ministro ricorda poi che tra qualche giorno “sarà l’anniversario di Sergio Ramelli, un ragazzo ucciso a 17 anni perché aveva fatto un tema contro le Brigate Rosse nel 1975”, che “venne sprangato dagli antifascisti”. A suo giudizio il termine antifascismo “è troppo generico, preferisco rifarmi alla Costituzione italiana che è strutturalmente antifascista e sulla quale ho giurato”. Poi una rassicurazione, almeno, sul partito fascista: “Nessuno intende rifarlo, sarebbe una follia antistorica. Il 25 aprile è un fatto oggettivo”.