Lombardia, Maroni conferma: “Non mi ricandido”. Tocca a Fontana mentre l’ex ministro dell’Interno sogna da premier

Alla fine è arrivata l’ufficialità: a meno di due mesi dall’election day, che vedrà andare al voto anche la Lombardia, il governatore uscente Roberto Maroni si ritira dalla corsa. La circostanza, emersa ieri durante il vertice di Arcore al quale hanno partecipato Silvio Berlusconi (Forza Italia), Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), è stata confermata proprio dall’ex ministro dell’Interno nella riunione della giunta regionale al Pirellone.

“Motivi personali”, ha detto Maroni motivando la propria scelta, indicando allo stesso tempo l’ex sindaco di Varese, il leghista Attilio Fontana, come suo ‘sostituto’ nella corsa per la presidenza. “Non ho pretese o richieste, ma sono a disposizione, lo lascerò decidere a chi dovrà decidere. Ho una sola preoccupazione: che possa assume un incarico di governo il candidato dei Cinque Stelle Di Maio, perché so cosa vuol dire governare”, ha detto ancora il presidente della Lombardia aprendo all’ipotesi di correre per altre cariche. Poi Maroni ha chiarito: “Ho detto a Salvini che questa decisione non ha nulla a che fare con la politica. Le decisioni che Salvini ha preso possono essere discutibili e sono discusse all’interno della Lega. Tutte le decisioni del mio segretario e le accetto e le condivido. Nulla a che fare con Salvini, nessuna discordanza o dissenso. Naturalmente Salvini premier è una prospettiva che condivido e che sostengo”.

Secondo indiscrezioni riportate oggi dal Corriere della Sera, i “motivi personali” del governatore uscente non riguarderebbero infatti né la propria famiglia né la salute. Quella dell’ex ministro di Lavoro e Interno sarebbe insomma una scommessa fatta in attesa di capire quali scenari si apriranno dopo le elezioni. Maroni, è cosa nota, è profilo gradito da Berlusconi, che in caso di vittoria della coalizione lo vedrebbe indubbiamente meglio a Palazzo Chigi rispetto a Salvini (sul tavolo comunque ci sono anche altri nomi).

Insomma, proprio quando i giochi sembravano fatti adesso in Lombardia la partita si riapre. E il Centrosinistra ci crede. Ieri Matteo Renzi su Twitter ha rilanciato con forza la candidatura del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.

Oggi, intervistato dal QN, il leader del Pd ha rincarato la dose: “Senza Maroni – ha detto – per Gori la partita sarà più semplice. Noi ci crediamo davvero. E come un allenatore metterò in campo, cioè candideremo, solo gente che lotterà fino all’ultimo, senza paura”.