Donald Trump evoca la possibilità di andare in Turchia se il presidente russo Vladimir Putin vi si recherà per i colloqui con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Non so se verrà. So che gli piacerebbe che fossi lì. È una possibilità”, ha detto il presidente degli Stati Uniti.
Di sicuro domani a Istanbul ci saranno l’inviato di Trump Steve Witkoff e il segretario di Stato Usa Marco Rubio. Ma Putin non scopre le carte. La Russia si sta preparando ai negoziati a Istanbul di oggi sull’Ucraina. Lo ha ribadito ieri il consigliere del Cremlino Yury Ushakov, senza precisare però se in Turchia a guidare la delegazione russa sarà il presidente russo.
“Ci stiamo preparando per i negoziati. La parte turca è pronta a fornire i locali necessari. Anche il nostro Consolato Generale a Istanbul sta lavorando a questo”, ha detto Ushakov. Nei negoziati diretti tra Mosca e Kiev saranno sul tavolo questioni “politiche e molte questioni tecniche”, e la delegazione russa sarà “formata sulla base di questo”, ha poi precisato.
“Tutte le tesi sono sul tavolo” e “la delegazione russa sarà pronta per i negoziati e attenderà la parte ucraina”, ha detto da parte sua il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Della delegazione non dovrebbe far parte, secondo il giornale russo Kommersant, il ministro degli esteri Sergey Lavrov.
L’Europa entra a gamba tesa nel vertice turco: al via nuove sanzioni contro la Russia
Intanto l’Europa pare far di tutto per far naufragare i negoziati. Putin lunedì ha respinto al mittente l’ultimatum “inaccettabile” lanciato sabato da Kiev dai leader dei Volenterosi di un cessate il fuoco di un mese, pena l’inasprimento delle sanzioni.
“Non è questo il modo di parlare alla Russia”, ha replicato Peskov. Coloro che “vogliono male” alla Russia sono pronti ad adottare nuove sanzioni contro Mosca anche “a loro discapito” perché sono “deficienti”, ha affermato Putin martedì.
Detto fatto. I Rappresentanti Permanenti dei 27 Paesi Ue (Coreper II) hanno dato ieri via libera al 17esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Le nuove misure europee, oltre a colpire nuovamente la cosiddetta ‘flotta ombra’ di Mosca, prevedono anche sanzioni relative alle attività ibride della Russia, alle violazioni dei diritti umani e all’uso di armi chimiche.
La ratifica delle nuove sanzioni – al quale hanno dato luce verde anche Ungheria e la Slovacchia – è attesa ora per il 20 maggio, in occasione del Consiglio Affari Esteri Ue.
Colpite quasi 200 navi russe della flotta ombra
Le navi della flotta ombra sanzionate sono, a quanto si apprende, quasi 200, tra cui petroliere. Altre 30 imprese coinvolte nell’elusione delle sanzioni, in particolare per quanto riguarda i beni a duplice uso, subiranno nuove restrizioni commerciali.
Sono state inoltre approvate 75 sanzioni individuali per persone e aziende legate al complesso dell’industria militare russa. Sanzionati anche 20 entità e individui che diffondono disinformazione.
“È incredibile che si siano approvate all’unanimità nuove sanzioni europee contro la Russia mentre si sta finalmente aprendo un tavolo per arrivare alla pace. Siamo alla follia. L’Europa è in agonia e non è un soggetto politico. Di fatto si sta condannando ad essere un museo a cielo aperto per turisti e una gigantesca fabbrica d’armi per favorire le lobby belliche amiche di von der Leyen. È inoltre ridicolo che il Centrodestra provi a disegnare un ruolo diplomatico che Meloni non ha. La raccontano come se fosse stata a San Pietro a mettere le sedie per Trump e Zelensky. La verità è che Meloni sta regalando il ruolo dell’Italia alla Francia e alla Germania, che infatti la fanno da padrone”, ha detto Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera.
Il Cremlino replica a Macron sul nucleare
Intanto il Cremlino replica a muso duro alla Francia. “La proliferazione di armi nucleari in Europa non favorirà la sicurezza, la prevedibilità e la stabilità nel continente”, ha detto Peskov, rispondendo all’ipotesi avanzata da Emmanuel Macron di schierare testate francesi in Polonia.