L’Ue in ginocchio da Trump: azzerati pure i dazi esistenti

L'accordo sui dazi tra Ue e Usa è tutto a favore di Trump: Bruxelles cancella pure le tariffe che già esistevano.

L’Ue in ginocchio da Trump: azzerati pure i dazi esistenti

Più dettagli emergono sull’intesa tra Stati Uniti e Ue sui dazi e più è evidente la resa di Bruxelles. Ogni nuova informazione sembra andare in questa direzione, confermando quella che è stata a tutti gli effetti una resa a Donald Trump. L’accordo prevede l’applicazione di dazi generalizzati al 15% su quasi tutte le esportazioni europee verso gli Stati Uniti, pari a circa il 70% del valore complessivo degli scambi (380 miliardi di euro). Certo, alcune tariffe (come quelle sull’automotive) sono quasi dimezzate e vengono introdotte esenzioni reciproche su alcuni prodotti strategici (aeromobili, macchinari per semiconduttori, materie prime critiche). Ma che le condizioni siano quelle imposte da Trump è evidente.

La Commissione Ue stima che prima della guerra commerciale gli Stati Uniti ottenevano dai dazi tra i 7 e gli 8 miliardi l’anno con le esportazioni europee, ma con le tariffe al 15% si arriverà a circa 80 miliardi. Anche se a pagare, questa è la linea di Bruxelles, saranno gli importatori e i consumatori statunitensi e non l’Ue. L’unica notizia emersa ieri e che sembra dimostrare che Bruxelles non ha ceduto proprio su tutto (ma quasi) è che non ci sono impegni europei in materia di tasse digitali. L’importante, per il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, è aver evitato la guerra commerciale: “Con i dazi almeno al 30% il nostro commercio transatlantico si sarebbe arrestato, mettendo a grave rischio quasi 5 milioni di posti di lavoro”. La conclusione è che questa intesa è “meglio di una guerra commerciale”.

Dazi, le condizioni imposte da Trump all’Ue

L’Ue, quindi, esulta. Mentre Ursula von der Leyen ha già promesso di tutto a Trump. A partire dai 750 miliardi di acquisti energetici, come il Gnl per sostituire il gas russo (a prezzo più caro). La Commissione spiega che quello dei 750 miliardi non è un vero e proprio impegno per l’Ue, ma è in questa direzione che andranno le compagnie private europee. Così come accadrà anche per i 600 miliardi di investimenti promessi oltreoceano da aziende private. Nel pacchetto negoziale “non sono state inserite cifre specifiche”, spiega l’esecutivo comunitario, ma queste sono le aspettative di Trump. Che riguardano soprattutto la spesa per la difesa, dopo l’accordo del 5% del Pil trovato dalla Nato.

I dazi al 15% dovrebbero scattare il primo agosto e prima di quella data verrà sottoscritta un’intesa. L’Ue, intanto, ha annunciato che rinuncerà alle sue contromisure che dovevano scattare il 7 agosto: non ci saranno, quindi, i controdazi previsti per 92 miliardi. Intanto le tariffe Usa restano. A partire da quelle su acciaio e alluminio, al 50%. Sulle auto, invece, si scende al 15%. Stessa tariffa prevista anche per l’agroalimentare, con un possibile aumento di dazi per il vino rispetto all’attuale 2,5%. Non sono ancora previste tariffe per i farmaci e i semiconduttori, ma l’amministrazione Usa sta studiando la possibilità di introdurle. Se pure succedesse, assicura comunque Bruxelles, secondo l’accordo queste tariffe non dovrebbero superare il 15%.

E mentre l’Ue non riesce ad annullare neanche una tariffa, la stessa Unione ha anche deciso di cancellare quelle esistenti per gli Usa su alcune importazioni di prodotti agricoli e industriali. Parliamo di prodotti su cui i dazi erano bassi, tra il 2% e il 4%. Ma che ora saranno zero. In questo elenco rientrano prodotti agricoli “non sensibili” e prodotti della pesca, oltre che prodotti industriali, per un totale di 70 miliardi di importazioni. Parliamo per esempio della frutta a guscio importata in Ue, del prolungamento dell’accordo sulle aragoste, o ancora di pesci lavorati, alcuni pesci crudi, formaggi, latticini, cibo per animali domestici. E persino per le auto importate in Ue i dazi dovrebbero scendere a zero.